domenica 8 aprile 2012

carezze di rughe

quando ho iniziato a scrivere l'ho fatto per gioco... ma non era vero, in realtà volevo diventare il miglior scrittore di tutta la mia panchina...
un giorno s'è seduto accanto a me un anziano signore, un vecchietto... s'è stirato le ossa e mi ha raccontato la sua vita... allora ho capito che al massimo avrei potuto arrivare secondo.
Ho sempre fatto posto agli anziani, sulla mia panchina, anche quando erano diretti altrove io li invitavo a sedersi, a fermarsi un attimo... venga qui, si sieda, si riposi... lei è stanco, ha vissuto tanto... anni fa mi rispondevano... grazie giovanotto... adesso mi dicono... grazie, te t'cì a metà streda... io rispondo... magari!... aiò zinquentatri an!... 
si siedono, poi mi guardano, annuiscono indicando il cielo per ringraziare di quanto sarebbe bella quella giornata se non ci fosse quella cappa di nebbia e pioviggine, o per ubriacare di sole i loro occhi, o semplicemente perchè di fronte ad ogni cosa la prima cosa che devi fare è annuire perchè hai capito, o perchè non c'è un cazzo da capire.
Poi attaccano a raccontare, prendono il link da una cosa lì davanti che li rimanda alla loro vita andata e attaccano a mettere in fila il loro passato, perchè tu hai la faccia di uno che vuole sapere... ma non c'è mai ordine nei piani temporali, le strutture sono sempre ondivaghe e complesse, come nei film moderni che loro non hanno mai visto... un attimo li vedi appena sposati dall'altra parte del mondo, poi li ritrovi bambini di stracci in un paesino lì vicino... poi gli è morta la moglie, dieci anni fa, e di donne così non se ne fanno più... poi ti mostrano le mani, scavate nel legno, che hanno resistito a mezzo secolo di fatiche, e di carezze mai potute dare perchè il tempo non c'era... poi ti guardano con quella luce umida affossata in un coro di rughe soffuse, o sporgenti, o di gomma sfibrata... è uno sguardo che ti arriva in un lampo perchè ha tutta la rincorsa di una vita, e te la soffia in faccia...
una meravigliosa signora una volta mi ha detto che io avevo modi carini e gentili, ma non era un complimento, voleva dirmi che gli uomini gentili e carini fanno poca strada, nel mondo... io le ho risposto che il mio mondo era lì... lei mi ha guardato un pò spaventata e m'ha detto... alòura t'zì màt!... poi s'è alzata barcollando ed ha aggiunto... una volta quelli come te lì tenevano dentro... 
fate voi...
buona pasqua, anche se è quasi buio

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