martedì 28 febbraio 2012

quella è poesia

... quando guardi qualcosa, e vuoi raccontarlo, allora ti trovi ad un bivio... puoi raccontarlo esattamente così com'è, oppure cercarci dentro tutto quello che rievoca in te... tutto il mondo che ha dentro e tutto quello che quel mondo accende dentro di te, e lo fa confinare con il tuo... tutte le sfumature in controluce... le sbavature di senso... le piccole ombre deformate in cui vedi le cose che ti sono appena successe e quelle dei tuoi vissuti più lontani che vanno a braccetto, in culo alle leggi del tempo...
se riesci a fare entrare tutto questo nell'ordine rettilineo delle parole e delle frasi, (come dice baricco), e magari qualcuno che legge, anche in piccola parte, ci si ritrova... allora quella è poesia...

stamattina, camminando, ho incontrato un signore vestito piuttosto leggero, ma con un bel colbacco in testa... mi ha detto che stava cercando un mazzo di chiavi sepolte nella neve, e aveva proprio la faccia di uno che le avrebbe trovate... allora io ho pensato che quelle chiavi aprissero la sua angusta cantina in cui tiene le poche bottiglie di vino spremuto con cura ed estrema fatica dalla sua modesta vigna sbilenca... ed ora, se ha ritrovato le chiavi, è li che si gode, a pranzo, i sorsi ghiacciati del suo sangiovese sbilenco... anche questa per me è poesia... ... ... buongiorno

cinismo

mi piace camminare con gli occhi piantati in avanti, verso cose che mi invento... spesso funziona, l'importante e' non voltarsi indietro di scatto... l'immaginazione puo' essere un'arma a doppio taglio... anni fa un bimbo a scuola mi disse che i suoi genitori gli avevano negato il regalo di un animale esotico da tenere nella sua stanza, allora lui se l'era inventato... era un tucano e si chiamavaRamon... cosi' io gli ho scritto una storia intitolata "Ramon e il lago"... il bimbo mi disse, dopo alcuni giorni, che non poteva farla leggere a Ramon, perche' avrebbe provocato in lui una grande nostalgia... allora perche' non la leggi tu?... dissi io... l'ho gia' letta, maestro... ti ha reso triste?... (lui non sapeva se rispondere o no, ma alla fine con gran decisione lo fece)... meglio che a Ramon le storie gliele scriva io... la tua... e' brutta...
ricordo che, superata la piccola ferita narcisistica, mi dissi che quel bambino sarebbe diventato un grande scrittore... perche' per scrivere e' necessario anche un bel po' di cinismo...

giuro

La notte non è solo una rinuncia alla luce del sole, la notte è un congegno perfetto e di estrema precisione... spalma con estrema cura il suo buio fino ad avvolgere tutto in un tempo sospeso... la notte non è solo una virgola di sonno e di sogni tra un giorno e un altro, la notte è un tuffo in acque dense e profumate, nelle quali basta stare a galla abbandonando il proprio peso, dimenticandosi dello sbracciare convulso del giorno... sia che tu dormi e sogni, o che tu vegli e pensi, la notte ti accoglie in un abbraccio morbido... non ti chiede nulla, si lascia interrogare rispondendo sempre allo stesso modo... l'unica cosa che vuole da te è che tu non rompa l'incantesimo, che tu non ti inoltri in lei armato degli stessi pensieri del giorno.
Il cugino di mio cugino, che sono io, una volta da piccolo è stato portato di notte in un'altra famiglia perchè nella sua doveva nascere suo fratello... non riusciva a dormire perchè era finito in una notte non "sua", una notte che doveva nascondergli qualcosa, che doveva tenerlo lontano da quella che era sempre stata la "sua" notte almeno per tutta quella notte lì... stava dentro quel letto ostile con la certezza che non avrebbe mai più dormito per tutta la vita... bisognava rimanere vigili per evitare che arrivasse da chissà dove un fratello a portarti via la "tua" notte... per protestare contro quel sopruso fece più volte la pipì nel letto, scoprendo cosa voleva dire ritrovarsi al buio in una palude... nell'altra notte, la "sua", aveva lasciato tutto il suo mondo di giocattoli e quaderni scarabocchiati, e quel fumetto di Zagor appena iniziato al pomeriggio, e abbandonato sul letto, sarebbe stato lanciato via dalla finestra perchè non fosse d'intralcio alla cerimonia di benvenuto al nuovo arrivato, che avrebbe dovuto, secondo lui, atterrare dovunque tranne che proprio nella "sua" notte.

Poi, al mattino, riemerso dalla palude, sarebbe stato portato a conoscere qual'era la faccia di colui che gli aveva rubato la notte, scoprendo che era un tipetto simpatico, con due occhi vispi e luminosi, che sicuramente gli avrebbe restituito la notte solo a patto che giocasse con lui, e non dopo avergli insegnato qual'era la strada per trovare una "sua" notte.
D'estate, quando è molto caldo e nel letto sto sudando, ogni tanto mi ritrovo nel dormiveglia di una palude con la netta sensazione che quella non sia la "mia" notte... e che da qualche parte mi stia nascendo un fratello.

un fratello

La notte non è solo una rinuncia alla luce del sole, la notte è un congegno perfetto e di estrema precisione... spalma con estrema cura il suo buio fino ad avvolgere tutto in un tempo sospeso... la notte non è solo una virgola di sonno e di sogni tra un giorno e un altro, la notte è un tuffo in acque dense e profumate, nelle quali basta stare a galla abbandonando il proprio peso, dimenticandosi dello sbracciare convulso del giorno... sia che tu dormi e sogni, o che tu vegli e pensi, la notte ti accoglie in un abbraccio morbido... non ti chiede nulla, si lascia interrogare rispondendo sempre allo stesso modo... l'unica cosa che vuole da te è che tu non rompa l'incantesimo, che tu non ti inoltri in lei armato degli stessi pensieri del giorno.
Il cugino di mio cugino, che sono io, una volta da piccolo è stato portato di notte in un'altra famiglia perchè nella sua doveva nascere suo fratello... non riusciva a dormire perchè era finito in una notte non "sua", una notte che doveva nascondergli qualcosa, che doveva tenerlo lontano da quella che era sempre stata la "sua" notte almeno per tutta quella notte lì... stava dentro quel letto ostile con la certezza che non avrebbe mai più dormito per tutta la vita... bisognava rimanere vigili per evitare che arrivasse da chissà dove un fratello a portarti via la "tua" notte... per protestare contro quel sopruso fece più volte la pipì nel letto, scoprendo cosa voleva dire ritrovarsi al buio in una palude... nell'altra notte, la "sua", aveva lasciato tutto il suo mondo di giocattoli e quaderni scarabocchiati, e quel fumetto di Zagor appena iniziato al pomeriggio, e abbandonato sul letto, sarebbe stato lanciato via dalla finestra perchè non fosse d'intralcio alla cerimonia di benvenuto al nuovo arrivato, che avrebbe dovuto, secondo lui, atterrare dovunque tranne che proprio nella "sua" notte.
Poi, al mattino, riemerso dalla palude, sarebbe stato portato a conoscere qual'era la faccia di colui che gli aveva rubato la notte, scoprendo che era un tipetto simpatico, con due occhi vispi e luminosi, che sicuramente gli avrebbe restituito la notte solo a patto che giocasse con lui, e non dopo avergli insegnato qual'era la strada per trovare una "sua" notte.
D'estate, quando è molto caldo e nel letto sto sudando, ogni tanto mi ritrovo nel dormiveglia di una palude con la netta sensazione che quella non sia la "mia" notte... e che da qualche parte mi stia nascendo un fratello.

panico

ora che e' tornato il sole ad infiammare di scintille i manti innevati gli animi si placano un po', e qua e la' riemerge, nei discorsi dei bar, la saggezza contadina di una volta... tutti li' a dire cose sacrosante, a rendere ancora piu' affollati i luogjhi comuni, a dire che questa smisurata caterva di neve che il canalone d'aria geluda apertosi la strada sfuggendo al vortice polare artico, arrivando lungo e saltando il "nord" conclamato... (un'amica mi ha detto che in trentino c'e' stata solo una spolverata, mia fiiglia da berlino ha detto the same)... e planando giusto qui nel bel mezzo dei nostri maroni, e' stata un toccasana per i raccolti a venire, per le riserve idriche (tanto, non si sa come, ma la diga di ridracoli se le beve tutte e quando saranno i primi caldi gia' si parlera' di siccita' e desertificazione che avanza)... si tira fuori, e a ragione, quel capolavoro letterario di vecchio proverbio che con pacata saggezza dice "sotto la neve pane"...
tutto vero, non c'e' dubbio, anche se quando giravo a piedi nella tormenta, pochi giorni fa, guardando le facce della gente che bestemmiava con catene, badili e svariati improbabili gadget antineve a me veniva da dire: " sotto la neve... panico"... ... buongiorno... warm up your frozen balls by sunshine

ammiro (again)

ammiro quelle persone efficaci, tenaci, produttive, capaci di incidere con il bianco delle unghie sulla realtà... capaci di montare le catene anche bendate e con un figlio in braccio, capaci di caricare sulla pala sempre la stessa quantità di neve, ed edificare cumuli di algido rigore architettonico non privo di armonica bellezza... ammiro quelle persone che non si perdono nemmeno se li molli nelle nebbie della bassa ferrarese, a fari spenti e con gli occhiali di un altro... 
ammiro quelle persone capaci di mettere la sveglia ed alzarsi, puntuali e pimpanti, anche dal sonno eterno...

ammiro

ammiro quelle persone che... beh, ma cosa ti aspettavi
ammiro quelle persone che... ma come, non avevi capito?
ammiro quelle persone che... io m'ero già preparato a sta cosa
ammiro quelle persone che... io te l'avevo detto!...
ammiro quelle persone che... mi meraviglio di te!...
ammiro quelle persone che... la roba longa la n'è mai curta...
ammiro quelle persone che... bisogna dormire con un occhio solo, e mai sempre lo stesso...
ammiro quelle persone che... bisogna usare dei bei modi, perchè alla fine tutti i modi vengono al pettine...
ammiro quelle persone che... tira tira la's s(c)enta enca la corda de pount ad bruclin...
ammiro quelle persone che ti guardano sopra la fronte perchè hanno già la risposta a quello che devi ancora chiedergli...

nulla

non mi piacciono le cose dolci, a meno che non voglia cose dolci...
non mi piacciono le cose salate, a meno che non voglia cose salate...
non mi piaccioino le cose forti, a meno che non voglia cose forti...
non piacciono le cose commoventi, a meno che non voglia commuovermi...
non mi piacciono le cose spaventose, a meno che non voglia spaventarmi...
non mi piace il freddo, a meno che non voglia sentir freddo...
non mi piace il caldo, a meno che non voglia sentir caldo
non mi piace nulla...
a meno che non voglia nulla

continuiamo così

molto bene... veramente molto bene... continuiamo così... facciamoci del male!... come diceva moretti... ancora neve?... ok, butta pure giù... butta, butta, tanto se mi crolla il terrazzo non è che mi cambia la vitsa... la macchina la devo dare indietro, ha un milione di chilometri e anche con la neve sopra la spediranno lo stesso come bene di lusso in qualche paese molto più extracomunitario di noi... butta, butta... tanto non se ne accorgono mica che ho lasciato una fiancata in omaggio ad un guard rail... butta butta... tanto io per spalare la neve ho delle ottime chitarre...

bianco dell'uovo

Ci sono cose che, come il bianco dell'uovo, ti invadono il palato promettendo chissà che, poi non ti regalano nulla... il sapore devi mettercelo tu... ci sono persone che ti parlano a lungo dicendo cose come il bianco dell'uovo... che ti invadono l'orecchio promettendoti alla fine qualche rivelazione sul sapore della vita... ma poi quel sapore devi mettercelo tu... quando da piccolo giocavo da solo nei bassifondi del condominio, che mi apparivano sconfinati, loro promettevano avventure rocambolesche, ma alla fine mi regalavano solo un set di contenitori vuoti che io dovevo riempire con la mia fantasia... poi, quando la mia fantasia era esausta, me ne tornavo a casa lasciando lì quel mondo che nel frattempo si era colorato, insaporito, come il set di un film d'azione a cinecittà... ma il giorno dopo io speravo di ritrovarlo e lui era tornato ad essere come il bianco dell'uovo... poi ho imparato a suonare, ed ho scoperto subito che ogni volta che riprendi la chitarra in mano la ritrovi per quello che è... un oggetto inanimato che ti sfida a riportarlo in vita con le spezie delle tue dita e con il sapore che hai dentro, e il bianco dell'uovo è il silenzio... ogni musica possibile e impossibile parte dal silenzio...
le nostre giornate partono sempre dal bianco dell'uovo, che ti promette sapore, ma il sapore devi mettercelo tu, con quello che sei, che non sei, che vorresti o non vorresti essere... 
mio cugino mangia solo il giallo dell'uovo, poi non sa cosa cazzo fare tutto il santo giorno

aria intelligente

mi piacciono i tipi e le tipe che hanno un'aria intelligente... non è da tutti avere un'aria intelligente, già non è poco avere un'aria, perchè l'aria è di tutti, come i pinoli della villa di Manzoni, almeno così diceva il mio amico Fabio Verbena quando eravamo piccoli... l'aria che abbiamo attorno ce la prendiamo in usufrutto, la inspiriamo e la ricacciamo fuori respirata ognuno a modo proprio... c'è poi chi riesce a farla diventare intelligente e portarla in giro in mezzo alle arie degli altri seminando invidie malcelate e potenziali rancori... c'è poi chi la propria aria intelligente la profuma con ineffabili fragranze esotiche, che contrastano con quelle sature di naftalina, o di fritto misto, o di dozzinali dopobarba... cìè poi chi alla propria aria intelligente delega il suo pensare, e la sua lettura del mondo fuori... conosco una persona (giuro che non è mio cugino) che ha un'aria così intelligente che quando si guarda allo specchio quello che vede ogni volta è un trattato di Vittgenstein, non vi dico come si pettina... io e Verbena stiamo lavorando alla sintesi di una molecola che sarà alla base di uno smart'air stick, tipo lucidalabbra, da applicare sulla fronte due volte al giorno prima dei pasti... questo prodotto rivoluzionerà il mercato ed andrà a ruba... l'unica controindicazione è che se ti scordi di metterlo, o lo lasci a casa, o lo finisci... ti ritrovi ad essere l'unico che va in giro con la faccia da coglione in mezzo ad una folla di illuminati... prenotatevi!...

pazienza

tra i miei più importanti valori assoluti, dopo la libertà e le olive all'ascolana, c'è la pazienza, la tolleranza verso l'altro diverso da te... in questi giorni mi sono lasciato tamponare, infamare additare come inetto ed avulso... ma non ho mai perso la mia algida calma serafica... ho abbracciato e baciato un ruspista che aveva appena scaricato sulla mia macchina tonnellate di neve mista a sacchetti di pattume spappolati... sicuramente se fate quella faccia lì vuol dire che non ci credete... se non ci credete ditelo subito apertamente... non fate mica quel ghigno ironico, perche sennò mi incazzo... anzi... sono già incazzato di bruttooooo!!!...

nella stessa direzione

... bello quando due persone civili si dicono: cerchiamo di capirci... e tutte e due si mettono a cercare con impegno, ma in direzioni diverse, cosi' poi si dicono: continui a non capire... in realta' non hanno fatto altro da ore che tentare di trovare la strada per capirsi, ma si sono smarriti negli oscuri meandri del loro pensiero ossessivo, depistato da un indirizzo sbagliato pescato per errore dal database ormai saturo e strabordante che contiene tutte le persone che hanno tentato di capire nella loro vita fin li'... Cosi' lei dice a lui: dici di me le cose che dicevi della tua ex!... (per forza, ha sbagliato indirizzo di pensiero e ha pescato proprio la sua ex)... e lui dice a lei: e tu allora mi hai detto che dovevo smetterla di chiederti di andare a sciare in montagna!... quando sai benissimo che non ho mai sciato in vita mia, odio la neve e la montagna!!... (per forza, il pensiero era andato per conto suo in direzione del vicino di casa che il giorno prima le aveva chiesto di partire con lui di nascosto per Andalo...)... pero' in ogni caso e' sempre importante cercare di capirsi, magari stando attenti ad andare nella stessa direzione... poi frenare in tempo quando ci si incontra per evitare un doloroso frontale di pensiero... senno' poi nasce l'imperativo "cerchiamo di non scontrarci continuamente!... chissa'... avesse magari avuto ragione Antonioni quando nel suo periodo aureo parava di "incomunicabilita"?... buongiorno!... cercate di capire cosa intendo per "buonguorno"...

gomme lisce

Chissa' perche' capita sempre di dover prendere una decisione importantissima per la tua vita quando sei nei posti piu' assurdi... tipo dal gommista... lui ti chiede che cosa ti serve, tu ci pensi un po' poi ti esce fuori la fatale domanda: secondo lei dovrei restare o andarmene via?... lui ti guarda sconcertato e ti dice: sa cal gomi che t'e' tan ve da nisciuna perta, l'e' mei che't staga bon!... oppure magari sei dal medico perche' una gran tosse e gli chiedi: dottore, secondo lei e' meglio che resti o che me ne vada?... lui spazientito ti urla:... se ne vada!... tu pensi che abbia ragione, perche' il parere del medico condotto vale anche piu' di quello di sai baba... pero' partire per una nuova vita con le gomme lisce e la tosse non e' che sia di grande augurio... mia nonna diceva che quando si deve decidere qualcosa di importante per fare la scelta giusta bisogna dire il rosario senza mai smettere, se ti fermi l'illuminazione non arriva... si' vabbe' nonnina, ma con la tosse e le gomme lisce non ce la posso fare...

sì... ok

Una tipa, godendosi sul terrazzo questo piccolo risarcimento di sole, parlava al telefono scuotendo continuamente il capo... non era d'accordo, evidentemente, nemmeno su una sillaba di quanto le stavo dicendo... forse la stavano accusando di essere la principale responsabile della deriva economica di questo e di altri paesi, o forse era suo marito che le stava raccontando l'ennesima ben studiata balla... lei diceva "si'... ok..."... pero' con la testa faceva di no con aria disgustata...... o forse semplicemente rispondeva con plateale nichilismo ad uno di quei questionari telefonici... pero' intanto c'e' il sole, e si puo' ricominciare ad andare ad inseguire il segnale cellulare sui terrazzi... buongiorno

da zero

Non sarebbe niente dover ripartire da zero... se non fosse che a me zero non mi piace... anzi, quando facevo il militare allo spaccio truppa c'era un juke box, e mettevano su sempre "il carrozzone"... mi portava una sfiga cosmica... fatemi ripartire almeno da aldo nove...

DNA

Quello che siamo era già in grandissima parte scritto nel nostro DNA... il problema è che poi ci mettiamo una vita intera anche solo per capire in che lingua è scritto...

dicevi di ieri

c'era una barca rovesciata
e sotto una schiuma di sabbia
tutto un giallo attorno, luce come sospesa

ti ascoltavo tacere
cose mai dette
salivo lento ai tuoi pensieri

dicevi di ieri
e di oggi, e di sempre
eri distratta dal vento sui capelli

i tuoi occhi come perle brune
un groviglio di silenzi
fuori e dentro di noi

gente di poco conto

una delle tante cose di cui mi sono accorto turbinando qua e là come una trottola è... oddìo... cos'è che volevo dire?... ah, sì... una delle tante cose di cui mi sono accorto è che la cosiddetta "gente di poco conto" in realtà è quella che sa contare meglio...

manata in faccia

non si arriva a conoscere la realtà così bene se non attraverso i sogni, soprattutto i luoghi che non hai mai visto... però c'è una controindicazione... magari tu stai sognando un viaggio verso la thundra e la tua compagna/o invece, che è nel bel mezzo di una tempesta di sabbia, ti da una manata in faccia e ti sveglia quando sei ancora nella piazza di dogana... a trenta metri da dove sei nato... così devi mettere da parte la thundra e accontentarti di sognare la tua infanzia, con il vigile e il barbiere della piazza... io adesso sogno da solo, ma è un casino lo stesso, perchè vado a finire sempre troppo lontano e quando suona la sveglia devo fare un sacco di strada e correre per arrivare in tempo a scuola...

parole liofilizzate

qualcosa di vivo non deve per forza essere vivo... a volte e' piu' facile capirsi con la tegola di un tetto attraverso lo sguardo piuttosto che con qualcuno che ti sputa in faccia verita' e certezze assolute con parole liofilizzate e ben articolate in frasi che ti inchiodano ad un senso implacabile senza nemmeno schiudere le labbra... nell'aramaico antico non si scrivevano le vocali, ce le si doveva mettere leggendo, come nel linguaggio della chat... ogni parola poteva essere altre parole, e la scelta era guidata dal senso dell'intera frase... sbagliando l'interpretazione si poteva anche ottenere il contrario di cio' che era nell'intenzione di chi aveva scritto... io ci sarei andato a nozze, perche' cerco sempre una via di fuga per l'mmaginario poetico... e' bellissimo farlo anche con l'estratto conto bancario, puoi provare in un attimo l'ebbrezza di essere milionario, o la vertiggine della vita da senza tetto... dipende da che direzione prende la tua fervida immaginazione

dosto

c'e' una sola cosa molto piu' potente di cio' che sappiamo essere universalmente potente... e' l'indifferenza... se guardiamo bene, anche la sola parola ci si mostra con una smorfia nauseata e ci dice che il fatto che noi la leggiamo o no a lei non fa nessuna differenza... poco fa, appena sveglio, mi sono affacciato a prendere la prima aria e ho visto un piccolo punto nero nel prato di neve... era la testa del mio gatto Dosto che se ne stava immobile immerso fino al collo nella neve... mi guardava senza l'ombra di nulla che potesse turbare la sua indifferenza felina nei confronti delle cose umane, e sembrava dirmi... beh, che cazzo hai da guardarmi?... volevo fargli una foto, ma questo per lui era troppo... disgustato ha fatto appello a tutta la sua ostentata agilita' e si e' elegantemente dinoccolato via da li'... ha guadagnato un muretto, e da li' sopra mi ha gettato il suo ghigno di scherno da gatto adolescente... mio cugino dice che lui e' talmente indifferente a tutto che anche le cose piu' interessanti gli provocano conati di vomito... io obbietto che quella non e' indifferenza, ma disgusto... lui mi guarda cosi', e mi dice che quello che ho appena affermato gli e' totalmente indifferente...
io invece vorrei vivere in un posto dove tutto cio' che guardi non corre il rischio di esserti indifferente, e non occore fare chilometri per andarci, anzi...

participio

si' vabbe' ogni tanto bisognerebbe farsi vedere dal medico curante, ma io proprio inorridisco all'idea... non che abbia qualcosa contro di lui, anzi lei... e' che mi sta sul cazzo il participio presente... gia' dai tempi del militare, quando c'era il tenente, poi c'era il sergente... il sottotenente, che non ho mai capito cosa teneva sotto... tutti participii presente bastardi... vabbe' il colonnello era un vezzeggiativo, ma dalla sua faccia di merda non l'avresti mai detto... poi a scuola mi dicevano che avevo l'aria assente, e invece io respiravo benissimo...
per evitare il medico curante senza spendere una cifra tocca andare al pronto soccorso... ma mi sta sul cazzo anche il participio passato... una volta era vigile e partecipe, adesso e' passato, pero' sta ancora li' a rompere... conviene che rimanga in salute, ma chi lo puo' dire?... non c'e' certezza, ma io amo il condizionali e i congiuntivi... ma se di questi ultimi ne usi troppi ti si arrossano gli occhi...

tuba

ci sono sogni che ti cambiano la vita, e se cio' che ha prodotto la loro influenza sulle tue scelte di vita sia stato buono o no spesso non sta a te deciderlo...
quando da piccolo ho sognato che quella chitarra appesa al muro in casa del mio amico catturava le mie dita e non mi permetteva piu' di staccarle dalle corde non potevo certo sapere che l'interpretazione che tu fai di un sogno e' sempre guidata dai tuoi aneliti piu' profondi, e alla fine e' quella che conta... con buona pace dell'amico sigmund che sicuramente ci avrebbe visto qualcosa di piu' e di piu' appetibile, magari... visto quello che le forme della chitarra chiaramente evocano nell'immaginario erotico... beh, in ogni caso, freud o non freud, quel sogno li' ha cambiato sicuramente la mia vita, dal momento che le dita dalle corde non le ho piu' staccate e che quando metto un dito in bocca sento il sapore del nickel... per quanto riguarda l'interpretazione freudiana meglio lasciar perdere... 
mio cugino a undici anni s'e' innamorato perdutamente di un gigantesco basso tuba che lo guardava sfidandolo dalla bacheca della sala prove della banda... essendo lui molto meno elegante di me, ma piu' risoluto, ha tentato subito un approccio goffo ma diretto... lo ha preso con forza e ci ha soffiato dentro con tutta l'energia che aveva... non e' uscita nemmeno l'ombra di un suono, ma in compenso dopo ripetuti tentativi lui e' caduto a terra svenuto... 
verrebbe da dire che con la forza non si ottiene niente, e che la strada giusta e' quella della dolcezza... ma e' una lettura, questa che nasconde molte insidie... forse freud per spiegare l'attrazione provata da mio cugino nei confronti della tuba prenderebbe un'altra strada, metterebbe tutto in relazione col nome dello strumento, credo...
ma forse e' meglio che ne' io ne' mio cugino andiamo a rileggerci quel libro dove sigmund parla dell'interpretazione dei sogni... in fondo al sapore del nickel sulle dita ci si abitua, e... ditemi voi chi, almeno una volta nella vita, non e' mai svenuto per tentare di sedurre una tuba...

autogrill

sosta all'autogrill Sillaro ovest... la gente che incontri all'autogrill ha in comune la faccia di chi si prende, pur per motivi diversi, una vacanza dall'asfalto... c'e' chi si sente momentaneamente scampato alle fauci insaziabili del guard rail, ed ha la faccia stupita di chi ritrova la gioia di vivere con un caffe' in mano tra le pile di libri che confondono gli immaginari poetici di fabio volo e faletti con quelli di erri de luca, baricco, zafon e gli ineffabili autori di libri di cucina, biografie di steve jobs e vasco rossi...
... i dialoghi convulsi delle famigliole in gita premio turbano le stanche orecchie dei camionisti con l'asciugamano sulla nuca anche l'inverno, e con gli occhi prosciugati da quella insaziabile striscia d'asfalto che non terminera' nemmeno dopo il loro sacrosanto rientro a casa... 
come automi, i clienti dell'autogrill, rispondono a domande non a loro rivolte, porgono la mano avida a panini non da loro chiesti e sopportano l'occhiataccia dell'operatore che li devia verso qualcun altro... l' autogrill e' un tempio di pensieri in viaggio, che si mescolano e si sciolgono nell'aria per essere respirati come in un unico castello dei destini incrociati, per dirla con calvino... i bambini si sgranchiscono le gambe dal sonno forzato andando a sbattere contro chi cerca disperatamente la toilette, dove ad aspettarlo, nell'intimo gesto liberatorio, ci sono i numeri di telefono scritti a pennarelli indelebile sui muri da meretrici e merettori... 
nell'autogrill galleggia in aria un alone di tempo sospeso che non dev'essere n'è troppo lungo ne' troppo breve... una volta potevi capire in che regione ti trovavi dall'accento dei baristi e dei benzinai... oggi e' piu' difficile, ti ritrovi gente che scherza e litiga con lo stesso logo sul grembiule bianco ma con mondi diversi alle spalle...
nell'autogrill ci sono anch'io stasera, come spesso da molti anni a questa parte... e quando entro la sensazione e' sempre la stessa... da dietro la cassa sembra che mi dicano... ancora lui? Che pugnetta!!...

branco di lupi

arriva un momento in cui capisci che gran parte di quello che ti hanno insegnato e' servito. E' servito perche' era sbagliato, adesso ne vedi chiaramente le conseguenze addosso a te ed agli altri, e puoi bearti di aver scelto il contrario... oggi e' un sole acceso ed e' sabato nel villaggio globale, tutti li' a buttarsi a fare qualcosa, giustiziare a colpi di pala gli ultimi cumuli di neve sporca, o a trapanarti i coglioni da sotto casa con un canto rinvigorito dal forzato riposo, da quell'alone di catastrofe che scendeva su di noi dentro la neve... ho gia' sentito, a colazione, qualche monito da parte dei piu' avveduti... a marzo la neve tornerà', come un esercito ricacciato indietro e disperso che pero' non e' domo e si prepara ad un nuovo attacco... e in questa bolla sospesa, in questo trailer di primavera, noi andiamo al mare, vediamo fiori che non ci sono, o riportiamo a galla i colori dimenticati delle piastrelle dei nostri terrazzi, delle nostre auto, delle nostre scarpe... io invece voglio vivere di lato, e schivare le cose per guardarle passare nel loro splendore di tergo... cosi'... giusto per venire meno agli insegnamenti ricevuti... se si rivelasse fondata la teoria della reincarnazione penso ci sarebbe da qualche parte qualcuno addetto a spingere un bottone per reincarnarti in qualcosa... se aveva l'idea di riciclare la tua anima in un lupo e gli si incanta il bottone tu invece di un lupo diventi un branco di lupi, ed e' molto diverso, no?... ti tocca fare gruppo e andare a rompere il cazzo a qualcuno... non mi ci vedo... non mi ci vedo a reincarnarmi in niente, ci vorrebbe un sacco di carne... mio cugino dice di essere uno spirito antico, potrebbe anche essere stato kafka,... dice di essere stato gia' in molte vite... temo che ne rovinera' molte altre prima di arrivare al nirvana...
se e' vera la teoria della reincarnazione pensate quante vite ci sono dietro le cose scritte ogni mattina su fb... per forza e' fatica capirsi... buongiorno, anyway

qualcosa sotto

mi fanno impazzire I dietrologi, mi piacciono molto di piu' dei dietologi, non so perche'... mi piace ascoltare quelli che vedono un complotto internazionale dietro ogni cosa... che guardano il mio telefono e mi dicono che dal momento in cui l'ho attivato sono nelle mani dei servizi segreti israeliani... che si stupiscono quando scoprono che non ho un cane addestrato a fiutare le cimici e I microchip... adoro quelli che dicono che da quando hanno addosso i nuovi jeans si sentono strani, dev'esserci qualcosa sotto... e io gli dico che se quella cosa strana che sentono e' dietro allora forse c'e da preoccuparsi davvero... una volta uno mi ha detto che forse io non ero chi dicevo di essere... avendo tanto amato Pirandello io gli ho risposto che sicuramente aveva ragione... lui allora, dopo qualche istante di sospettoso silenzio in cui mi squadrava dall'alto al basso mi ha detto che quelli che mi avevano mandato erano proprio in gamba, perche' sembravo proprio un pirla qualunque... un mio vicino di casa, che si nutre di dvd di film di complotti interplanetari, una volta ha ricevuto tra la posta il biglietto che annunciava l'imminente visita del parroco alle famiglie del quartiere per la consueta benedizione pasquale... leggendolo piu' volte con aria assorta mi ha sussurrato:... chissa' cosa vogliono veramente...?... io gli ho risposto che era sicuramente una "messa' in scena per accedere in modo occulto al database dei suoi peccati... lui, ovviamente convinto della credibilata' della cosa, ha ribattuto dicendo di essere un uomo irreprensibile... non ho potuto far a meno di fargli notare che ero indotto a pensare il contrario, a giudicare da quel farraginoso racconto in stile Bukowski intitolato "Inferno a Tavolucci" che portava la sua firma in calce e girava ormai da giorni sul blog di mio cugino... e' sbiancato e si e' barricato nel bunker antiatomico che si e' costruito sotto il mio studio con gli anni e con gran pazienza dicendo alla moglie che andava a giocare a calcetto...
buongiorno... e chiedetevi cosa voglio veramente dirvi con questo...

l'idea

l'idea si stacca dal magma del pensiero informe, poi prende forma attraverso il linguaggio, che le da un ordine logico e le conferisce dignita' agli occhi di chi legge, ascolta, guarda... ma ogni criterio di ordine e dignita' e' diverso ed unico, ogni linguaggio li contiene tutti... il mondo e' popolato di quelle schegge di pensiero che chiamiamo idee... dare loro voce attraverso i linguaggi e' qualcosa che ha a che fare con il crocevia dove anima e corpo si incontrano e si fondono...

fitzcarraldo

in un bellissimo film di anni fa klaus kinsky interpretatava fitzcarraldo, un tipo che voleva costruire un teatro dell'opera nel cuore della foresta amazzonica... vinceva la sacrosanta ostilita' deli indios facendo loro ascoltare la voce di caruso, come se il linguaggio universale dell'arte potesse magicamente far sparire le insormontabili barriere tra i mondi, le culture e le diacronie della storia... beh... suonando da anni ed anni in giro mi e' capitato, e capita, di avere davanti gente civilizzata che dimostrava qualcosa di ben piu' nefasto della naturale difficolta' di aprirsi ed accogliere un messaggio in un linguaggio sconosciuto ed in qualche modo inquietante... l'arrogante indifferenza... l'assuefazione... quel torpore che uccide ogni forma di stupore ed induce comportamenti di alienata ostilita' che si manifesta nel non accogliere, nel parlare con gli altri, ridere, giocare con le suonerie del telefono quando si dovrebbe ascoltare e mettersi in contatto con cio' che ti sta accadendo davanti... quando suono davanti a gente simile mi verrebbe voglia di provare a fare la stessa cosa che faceva Fitzcarraldo... tirare fuori un grammofono, caricarlo, e liberare nell'aria la voce di Caruso per vedere cosa succede... per vedere se gli indios erano veramente piu' incivili di certa gente che ti trovi davanti ad ogni passo in questo nostro emisfero cosi' culturalmente evoluto... mio cugino dice che Caruso e' un'altra cosa, ed ha ragione... ma io mi ricordo come fosse ieri di quando ho bevuto il caffe' a sedici anni nel bar di serravalle di fianco a Max Roach, che intercettando il mio sguardo stupito mi ha sorriso... o di quando, anni dopo, ho involontariamente calpestato Chet Baker che dormiva in terra nel buio del camerino di un teatro... lui, dico lui... mi ha chiesto scusa...
buongiorno a tutti... anche agli indios, tanto sicuramente anche loro ormai vanno su facebook

dormo

dormo... e dopo un po', se mi va bene e non parte il trapano della vita fuori, entro dentro un sogno... si apre il sipario del mio teatro interiore... c'e' un tipo vestito da polo che agita la mazza per colpire la palla... devo capire se lui sono io, o invece io sono la palla... o magari, ancora peggio e molto piu' probabile, io sono sia lui che la palla... nel nostro teatro interiore gli attori, il regista e gli oggetti di scena siamo sempre noi, senno' spenderemmo ogni notte un sacco di soldi in ingaggi... quando nei miei sogni c'e' una bellissima donna compiacente sapere che quella sono sempre io non e' che mi piaccia granche'... soprattutto se mi rifiuta, ma anche se non mi rifiuta quello che ne sovviene sono io che faccio l'amore con la mia parte femminile... sai che novita'!... 
qualcuno dice invece che i personaggi dei nostri sogni possono essere anche momenti della nostra vita... quindi magari il giocatore di polo e' il mio idraulico quando, per colpa del maledetto touch screen e delle mie unghie da chitarrista, ha ricevuto per sbaglio un mio sms in inglese indirizzato ad una cantante... e la bella donna invece rappresenta quando da piccolo spiavo la segretaria dell'avvocato mentre si chinava a raccogliere i fogli che le cadevano scendendo dalla macchina... 
mio cugino dice non credere all'interpretazione dei sogni... lui dice che i sogni sono solo scarabocchi che il cervello fa quando noi dormiamo e lui si annoia... se e' cosi' vuol dire che il mio si annoia molto spesso... 
buongiorno... sweet day dreams

domenica 5 febbraio 2012

peccati

ne ho appena sentita una in un bar che merita davvero... un signore distinto che sprigionava un alone mistico e un effluvio venefico di dopobarba denim mi ha detto:... " Il Signore la neve ce la manda per farci impallidire di fronte ai nostri peccati!!!..."... il bello è che mentre diceva "nostri" indicava ripetutamente me... avesse ragione?...

cura

nel bellissimo racconto di garcia marquez "Nessuno scrive al colonnello" il vecchio colonnello ogni giorno va ad aspettare che arrivi la lancia sul fiume con la posta... da anni attende una lettera che sa non arrivera' mai... pero' non rinuncia a seguire con lo sguardo le manovre di attracco della piccola imbarcazione, come se questa inutile cura potesse in qualche modo materializzare la lettera... ogni piccola o grande cosa e' degna di estrema cura... ma temo che gran parte delle mie cure finiscano fuori target... dovrei migliorare la mira... mio cugino ha un mirino laser, ma credo non lo sappia usare, senno' non si spiegano tutte quelle cure nei confronti di un diacono di pescasseroli... buongiorno, con estrema cura...

verso

Se le guardi dal verso del sole
le parole hanno un alone increspato
diffuso attorno, oltre il loro contorno
dove la notte si allea con il giorno.

Se le guardi dal verso del vento
le parole hanno un volo radente
ogni soffio le porta lontano
ma puoi stringerle dentro la mano.

Se le guardi dal verso del mondo
le parole distillano un suono
così poco vuoto, così poco pieno
in quel tempo tra il lampo ed il tuono.

Se le guardi dal verso nascosto
che s’affaccia in quel mare profondo
che rimescola il cuore e la mente
loro ridono, e sono contente

speriamo di no

Gennaio gelido e ghiacciato di nebbia induce strane riflessioni... perche' chiamiamo gli amici spesso con un diminutivo?... desiderio di vicinanza?... approccio creativo?... restyling fonetico?... io credo piu' che altro che dietro ci sia un connaturato ed atavico senso del risparmio... se si pensa bene a quante sillabe risparmiamo in un mese accorciando i nomi... o in anno... o in tutta una vita... un patrimonio di fonemi da lasciare in eredita' a chi continua il nostro sangue, o da devolvere a qualche fondazione benefica... o ancora meglio da lasciar inghiottire al silenzio... un mio amico scialacquone invece a questo gioco non ci sta, lui i nomi li allunga, li dilata, li esagera in lunghezza... poi si lamenta che non gli basta il fiato per chiudere le frasi... potrebbe anche essere che quando arriviamo nell'aldila' abbiano tenuto un conteggio esatto dei fonemi da noi usati in vita, e che chi ha esagerato (come me, siciramente) venga rimandato indietro con un nome di una sillaba, consonante e vocale, nel mio caso "Ro", ad esempio... e sia condannato a sentirsi chiamare "rrr..."... praticamente un rollio, un rumore di fondo, quindi destinato a voltarsi ogni volta che qualcuno accende una motosega o... un trapano... speriamo di no

prestami

prestami il bianco delle tue mani
sincero e nascosto
togli il tuo velo
nascondimi al tempo
confondi le ore
tra i grumi del pianto
rimescola i fogli
e libera il canto

spigoli

a volte sarebbe bello che tutto non avesse spigoli, e che si potesse camminare liberamente a piedi nudi nella vita... con lo sguardo che si mantiene sempre a mezz'aria... pronto, ad ogni suggestione, ad essere sospinto in alto a colpi d'ala...
a volte invece sono proprio gli spigoli a dare una forma, ad imporre direzioni e correzioni di rotta improvvise ed impreviste, a regalarci quella sensazione di smarrimento da cui nasce inevitabilmente un orizzonte nuovo, fatto anche di luoghi che non volevamo vedere, ma che alla fine ci regalano una prospettiva diversa...
non mi riferisco necessariamente a questioni mistiche o esistenziali, ma anche a cose come questa... una volta, da piccolo, mi sono perso a dogana bassa e non avevo piu' riferimenti visivi, tutto mi sembrava diverso ed ero sicuro che non avrei piu' trovato la strada per tornare a casa... brancolavo nell'ignoto come il nonno di amarcord nella scena della nebbia... poi mi sono trovato ad andare a sbattere contro la mia bicicletta appoggiata ad un muro enorme che non avevo mai visto, ed invece era quello della mia casa, quello di dietro... seguendo angoli e spigoli ho ritrovato il portone, le scale, mia mamma... non mi ero mai accorto che tutto fosse cosi' grande, cosi' bello e cosi' misterioso...
ho imparato due cose: la prima e' che anche i tuoi angusti recinti possono essere distese sconosciute e sconfinate... l'altra e' che il senso d'orientamento nel mio dna si sono scordati di metterlo, e ancora adesso, se vado a dogana bassa, devo stare attento a non perdermi... pero' mi godo tutti gli spigoli... col navigatore sempre a portata di mano, magari...

troppe cose

troppe cose
vinte dal tempo
cedute al sonno
e marcite dentro
troppo peso
in un solo frammento
pesante al lati
e sfinito al centro

ecologia acustica

ecologia acustica... sta diventando un must, per me... mi accorgo di essere diventato vecchio solo da questo... (vabbe'... insomma... si fa per dire)... coltivo l'orecchio del mattino con la carezza di velluto della chitarra di jim hall... con turn out the stars suonata da bill evans... un quartetto d'archi di ravel associati all'ozono della prima boccata d'aria sul terrazzo... poi entro in un bar per un caffe' e vengo stuprato da un cocktail micidiale di una radio sovrapposta ad un audio tv, piu' avariate suonerie compresse sui medioacuti... non puoi piu' entrare in nessun posto senza che ci sia qualcosa che esca da un chissa' quale altoparlante... ascensori, supermercati, ambulatori, viuzze di un paesotto figo... nelle telefonate che per forza devi fare a questo o quell'ufficio ti mettono in attesa in compagnia dell'inno nazionale lappone programmato in midi da chissa' quale genio, e ti va sempre meglio che se vieni braccato dall'ultimo prodigio del vincitore di un talent show, o la sempiterna finta ubriachezza molesta politically correct di uno che da trent'anni urla che siamo liberi... non so quanto tempo mi sia rimasto per nutrire come voglio le mie orecchie prima del coro degli angeli, o, ben piu' probabile, di marilyn manson e i metallica.. ma vorrei poter scegliere io cosa alternare al silenzio, o al ricordo della voce di mia nonna... cazzo!... se conoscessi un bravo inventore gli commissionerei un telecomando universale da tenere sempre in tasca per disattivare ogni dispositivo audio quando entro in un posto... sarebbe grande osservare tutte le facce disincarnate di quella gente che e' disposta ad ingozzare le orecchie di qualunque poltiglia sonora pur di non sentire il ronzio del proprio silenzio interiore... i grandi musicisti sono tali perche' capaci di allearsi con quel silenzio, nutrirsene, e nutrire noi... bisognerebbe mettere in giro la voce che certe miscellanee di suoni ottusi fanno venire il cancro, o cadere i capelli, o diventare impotenti, o si attaccano al lavoro del tuo... analista... (in tutti i sensi che la parola, se la si guarda bene, puo' avere)...

un milione di pensieri

ogni giorno accarezziamo con la mente un milione di pensieri... se si potessero trascrivere tutti avremmo miliardi di monologhi come quello di molly nell'ulisse di joice... e forse questo servirebbe a capire quanto siamo complicati, e quante cose progettiamo di fare ogni giorno per evitare di guardare un po' in faccia quella inevitabile lieve malinconia di fondo che invece e' sana, se la si accoglie come parte del germoglio di cio' che siamo... accende la nostra sensibilita' e colora tutto in modo diverso con una profondita' che ci rende piu' vicini al mondo... spesso non ci rendiamo conto che si fanno un milione di cose belle alle quali non lanciamo che uno sguardo distratto e fugace... sto guardando la polvere accumulata sul cruscotto della mia macchina... e' un lavoro di grande precisione che ha portato a questo mirabile risultato... microparticelle di universo provenienti da chissa' dove atterrate proprio qui sul mio cruscotto... e tutto questo e' potuto succedere grazie a me, che ho resistito alla tentazione di spolverarlo...

cambiato la nostra vita

e' curioso pensare a quelle persone che hanno cambiato la nostra vita in modo cosi' profondo da non poter immaginare come questa sarebbe ora se non le si fosse mai incontrate.
Allora penso al primo momento in cui le ho viste in faccia senza poter immaginare il peso che quel sorrisetto distratto avrebbe avuto sul mio destino... penso a mio padre, per esempio... non ricordo la prima volta che gli ho sorriso, ma sono certo che lui avesse gia' a quel momento dei piani su come correggere la rotta della mia presunta deriva esistenziale... penso al suo fermo esempio, che non condividevo gia' dai tempi della culla, ma che mi ha insegnato cosa voleva dire non avere dubbi, per farmi capire quanto e' importante averne e coltivarli come germe della scoperta e del cambiamento... penso a quel professore di lettere che con grande nonchalance ci butto li' il castello dei destini incrociati di calvino... ed al suo stupore davanti al mio dopo aver letto quel libro... penso a quando ho incontrato franco cerri e gli ho detto che da piccolo lo guardavo in tv suonare maramao perche' sei morto e improvvisarci sopra... ed al suo sorriso luminoso che mi esprimeva gratitudine sulla fiducia... penso alla prima donna che mi ha lasciato perche' avevo disatteso i suoi progetti riguardo al mio destino... penso al viso bambino di un amico di gioventu' che avevo incontrato per caso dentro la musica, e che poi dopo anni, in un ruolo diverso, ha contribuito a salvarmi la vita... penso a mia madre, che ora ha dimenticato tutto, ma non di avermi regalato la vita...
poi penso a mio cugino, che esiste solo dentro di me, e si ostina da anni a coltivare nel mio giardino piantine insulse convinto, senza ombra di dubbio, che una volta cresciute attireranno nuvole di meravigliose farfalle tropicali...
penso...

C'avete na bella pascione!...

una volta il mio caro amico di milano, lo splendido vibrafonista andrea dulbecco, al casello autostradale aveva notato che l'omino da dentro la sua postazione allungava il collo per sbirciare, incuriosito, i flight case ingombranti accatastati dentro la macchina... poi si e'sentito chiedere: "Musicista o prestigiatore?...- 
Un'altra volta una vecchietta che abitava nel suo stesso palazzo vedendolo con in mano le canne di risonanza dello strumento gli ha chiesto che mestiere faccesse... lui ha detto che era un vibrafonista... la signora lo guardo' come se avesse incontrato il messia e gli disse che aveva un tubo che perdeva...
Queste sono cose per cui la vita vale la pena d'essere vissuta...
A me invece e' successo per anni che un anziano signore vicino di casa sbucasse fuori a curiosare ogni volta che mi vedeva caricare in macchina chitarra, amplificatore, valigia e appendiabiti... mi chiedeva dove andassi e a che ora sarei tornato... rimaneva spesso allibito, e un giorno mi disse scuotendo un po' il capo: "... C"avete una bella pascione!...-
Purtroppo quel signore adesso non sbuca piu', e mi manca... adoro la curiosita' e lo stupore degli anziani... il loro fare da bambini saggi... il loro apparente non capire... mi viene in mente la mia nonna ombrina quando mi diceva che non capiva cio' che facevo, ma capiva PERCHE' lo facevo...

parlare sciolto

al mattino le poche parole che mi escono sono quelle necessarie a rimanere vivo dopo il trauma del risveglio precoce... sono quelle con cui chiedo il cappuccino al bar, o saluto qualche faccia confusa con qualche altra, o chiedo il pieno al distributore... sono parole roche e stentoree che sembrano uscire da una voce presa in prestito, non mia... le mie parole del mattino sono solo quelle dettate da una funzionalita' urgente... sono come cime di alture che svettano sul mare bianco della nebbia dove dorme ancora l'eloquio fluente della sera e della notte, quando sarei capace di parlare di kafka col vicino del trapano ed invitarlo a leggere la metamorfosi... le mie parole del mattino rivendicano il loro posto in cima alla scala gerarchica perche' sono figlie delle prime ragioni per cui ogni linguaggio e' nato... 
conosco persone capaci di ubriacarti con un parlare sciolto al mattino, poi nel corso della giornata cominciano a saltare dei pezzi ed alla sera ogni sillaba gli esce come un rantolo afono... le mie parole del mattino sono come quelle di mio padre, che rispondeva con si' o con no anche se gli chiedevi il nome di sua madre, spiegando poi che la sua mente non era in ascolto perche' era occupata ad organizzare i pensieri della giornata... io volevo imitarlo, ma non sono mai riuscito ad organizzare in anticipo niente... a me i pensieri vengono parlando, o scrivendo... il grande musicista brasiliano egberto gismonti una volta ha detto che i brasiliani pensano parlando... mi viene da pensare che la loro lingua li aiuti molto, perche' ha una cadenza morbida e musicale, capace di stendere un tappeto caldo ai pensieri che ci rotolano sopra

milioni di scintille

i raggi del sole arrivano giu' dritti dritti fino al posto che scelgono di allagare di luce e tiepido calore invernale... non si fanno deviare da nulla, se incontrano un ostacolo vi si infrangono ma non cambiano rotta... non si fanno distrarre da canti di sirene, da lusinghe... conoscono la natura corrotta di questo pianeta e non se ne fanno coinvolgere... sanno che ogni piccolo posto vorrebbe il suo sole esclusivo... sanno che qui ogni cosa dev'essere solo tua perche' tu ne ammetta l'esistenza... ma per loro tutto il senso sta nel viaggio che fanno per cadere dove vogliono cadere... si lasciano filtrare dai nuvoloni, e perdono milioni di scintille... si lasciano filtrare dalle nebbie e dai piovaschi... ma alla fine arrivano... arrivano... finche' non ci sara' qualcosa di piu' grande a spegnerli senza ritegno.
Avevo un amico che faceva ogni cosa con la stessa determinazione... con la stessa capacita' di godersi il viaggio anche dopo che la sfiga l'aveva colpito nel modo piu' goffo e brutale... poi qualcosa di piu' schifosamente grande l'ha cancellato via da qui. Quando i raggi del sole arrivano a picco, e puoi quasi sentirne l'odore, mi piace pensare che abbiano imparato qualcosa anche da lui...

organo hammond

L'organo hammond e' gia' di per se' una magia, poi fabio e suo babbo c'hanno messo del suo segandolo in tre parti e ricostruendolo in modo da stare dentro due flight case talmente piccoli che al momento di scaricarli dalla macchina non li trovavamo perche' s'erano infilati sotto la tapezzeria... l'ingegno umano non ha limiti... quando dio, o chi per lui, ha deciso di aggiungerlo come plug in al gia' sofisticato sistema operativo del nostro cervello non immaginava, credo, conseguenze simili... con l'onnipotenza si rischia di arrivare lunghi... (con questa cosa, la serata blues di ieri sera e la grappa bariccata penso di essermi guadagnato un bel monolocale tra le fiamme eterne)... 
pensate che mio cugino sta lavorando ad un congegno elettromeccanico da mettere sul comodino capace di prolungare a piacimento le prestazioni maschili facendo apparire, nei momenti a rischio di eiaculazione precoce, su uno schermo virtuale, la faccia di qualcuno tipo il tuo prete di catechismo quando eri piccolo... pero' ancora ci sono dei bug nel congegno... ad un poveraccio che si e' prestato per il primo test sperimentale sul piu' bello e' apparso bruno vespa causandogli un'inibizione sessuale irreversibile... mio cugino e' piuttosto avvilito, dice che non riesce a mettere a punto un filtro anti spam che possa impedire a quella faccia di gomma di entrare a piacimento in qualunque database... 
vabbe' buongiorno comunque

ommioddio

... ommioddio... a forza di fumare il sigaro sono invaso dalla cenere... pero' la cenere tempi fa la usavano per lavare i panni, quindi tra non molto avro' l'anima pulita e pura come quella di una mammoletta...

ogni canto

gni canto non e' reale prima che una voce si alzi in volo a raggiungerlo, farlo suo e regalarlo ad altri... e' bello mettere parole ai canti sommessi, a quelli onirici, a quelli incazzati, a quelli deliranti... o semplicemente alle piccole cose che vedi quando il tuo sguardo ha sete... a quelle nefaste di quando la tua vita s'incaglia... a quelle luminose degli incendi di gioia... trovare parole per raccontarsi il mondo, e raccontarlo alle facce della gente che poi ti fa entrare nel proprio, o ti chiude fuori...
E' bello trovare musica per dire anche quello che le parole lasciano avvolto nelle loro ineffabili sfumature di senso... e' bello trovare musica per raccontare come la nonna ombrina sapeva chiudere il mondo in un palmo della mano e schiuderlo nel mio... e' bello ricordarsi, in un lunedi mattina qualunque, di come spesso non sia facile vivere quando le cose ti nascondono il loro canto anche solo per un attimo, quando devi accettare che qualcuno sia andato proprio mentre ti stava insegnando a come vedere sempre tutto anche con la coda di un occhio stanco e assonnato...