martedì 29 novembre 2011

tardi


nebbia spaesata e poco convinta di poter filtrare l'occhio di fuoco un po' stanco del sole autunnale... panchina di legno le cui fibbre sono sature del freddo della notte e lo comunicano al mio nobile deretano ed alla mia schiena ancora tumefatta da uno storto dormire... intorno c'e' una di quelle atmosfere un po' inquiete, con gente che richiama cani e bambini, guarda l'ora su scintillanti orologioni implacabili poi decide che e' tardi... e' tardi... ormai tardi per tutto... ma perche' ci deve sempre essere qualcuno che decide che e' tardi?... quante cose belle facciamo nei momenti che e' tardi... cose che hanno tutti i crismi di un benessere eterno... credo che quando avremo a che fare con l'eternita' dovremo rivedere un po' sto concetto di "tardi"... e credo anche che quello del ritardatario, mestiere che qui e' svilito e sottopagato, una volta di la' sara' molto ambito e rispettato, perche' cazzo, il riposo eterno a pensarci bene non ti passa piu'... Buongiorno in ritardo

fuori pasto


a volte ti dicono certe cose che sono sacrosante come gli alberi che circondano una scuola... ho sentito un tipo che dopo aver detto che lui il cappuccino FUORI PASTO non lo beve si e' messo ad esternare su sta faccenda dell'economia... ha detto che l'economia e' tutta un'invenzione dell'uomo in quanto essere egoista e venale, che adesso siamo condannati a combattere con questa nostra creatura che ci affama e ci mette gli uni contro i dui... che un giorno tutto finira' e torneremo a sopravvivere con quello che riusciremo a trovare sul nostro pianeta ormai grullo... una simpatica apocalisse da bar... il barista alla fine ha detto "amen" toccandosi le palle... e pensare che io credevo che economia significasse quando gridiamo forte i nostri nomi e c'e' l'eco... Buongiorno (con l'eco)

cose così


I trombonisti muovono la mano sulla coulisse come se quello fosse l'unico gesto possibile...
nel gesto inevitabile che si fa per ottenere una nota da uno strumento si coglie una specie di istinto animale dell'anima che non sta esattamente dentro le leggi di un automatismo ottenuto con anni di studio... c'è qualcosa di più... qualcosa che somiglia ad una ribellione, ad una vendetta contro la nostra condizione di esseri ancorati al suolo, che non possono volare...
lo stesso gesto l'ho visto fare a chi accarezzava coi polpastrelli una parete che aveva appena intonacato... ad un bambino che si strofinava gli occhi guardando la sua bicicletta caduta in terra... ad un vecchietto col cappello che mandava soavemente affanculo la nebbia...
cose così. 

correre


correre... correre forte con la mente tra immagini sfocate che sfilano via veloci, col sangue che pulsa agli occhi, con in bocca un sapore antico, con le mani congelate in un gesto contratto... correre forte, poi fermarsi a respirare un pensiero che si dilata e ti allaga il cervello... lo senti che ti cola giù sulle tempie, ma non fai in tempo a metterlo a fuoco che ne arriva un altro, prepotente ed invadente, di quelli che non si fanno scrupoli ad aggrapparsi alle tue meningi... cazzo, avevi un impegno e l'hai mancato anche oggi... fanculo...

venerdì 25 novembre 2011

domandone


‎... c'è chi nuota in un mare di certezze e chi coltiva ogni giorno il suo orticello di dubbi, nel primo caso devi avere cieca fiducia nei tuoi polmoni, nel secondo devi saper convincere le pianticelle a crescere sane così tanto lontano dal mare... se tu chiedi ad una certezza se si ritiene tale lei ti risponde "non c'è DUBBIO"... se fai la stessa domanda ad un dubbio lui ti risponde "non ne sono CERTO"... qui sta la differenza... oppure anche no... se vi pare.
Il mio recentemente acquisito cugino che governa attualmente l'italia secondo voi deve avere più dubbi o più certezze?... domandone

improvvis'azione

questa non e' male... Un tipo m"ha detto: " E' difficile la musica che suonate voi... il jazz... fate tutta quell'improvvisazione... cioe' a turno fate qualcosa all'improvviso (improvvisa-azione)... e' difficile anche da capire..."... infatti...

paesino caratteristico

un mio vicino di casa, pur sapendo che io non amo parlare del più e del meno (preferisco il per e il diviso), mi raccontava di un paesino caratteristico che ha visto st'estate in vacanza: "Sai Roberto... uno di quei paesi piccoli che però hanno tutto... la loro piazza, il campanile, la chiesa... e quelle stradine che non sono asfaltate, ma hanno il suo LATRATO..."... cazzo voglio andarci anch'io!...

martedì 22 novembre 2011

salutisti


adoro i salutisti... quelli che escono di casa apposta per salutare chiunque incontrino con ampi gesti e sorrisoni sgranati, e che se incontrano qualcuno che conoscono esplodono nel saluto reiterato, un mega loop di ciaoo_ciaooo_ciaoo-come-stai_ciao-come-stai... una specie di trillo festoso che lascia attonito il malcapitato che ne è oggetto... adoro i salutisti, quelli che ti salutano anche da dietro, anche di rimbalzo da dietro un angolo...
adoro i salutisti... quelli che scoppiano sempre di... saluto

gatti


‎... i gatti sono capaci di un'immobilità estrema, ma vigile e reattiva agli stimoli improvvisi... s'infilano in spazi angusti e da lì guardano il mondo... salgono più in alto possibile e da lì guardano il mondo... scendono in basso in anfratti improbabili e da lì guardano il mondo... i gatti sanno sempre dove andare e cosa guardare del mondo, che poi per loro non è come lo pensiamo noi... sono agili e insofferenti della lentezza esasperata delle cose umane... si assopiscono ogni volta che trovano un motivo credibile per farlo, si spalmano in un posto comodo e dall'odore rassicurante, chiudono gli occhi e dormono il vuoto del tempo... quando si svegliano credono ciecamente in un aldilà felino di cui sanno già tutto... obbediscono a ciò che gli insegniamo per dimostrarci che se volessero potrebbero vivere a fianco del nostro passo... attraversano la strada all'ultimo momento davanti alle macchine perchè sennò non c'è gusto... da anziani cominciano somigliarci, ma per fortuna la morte li rapisce in tempo...
chissà come si chiamerebbero i gatti se avessero potuto scegliersi da soli un nome per la loro specie?... chissà da dove gli viene quel loro sguardo acuto e frastornato?...
chissà cosa starà pensando in questo momento dosto vedendomi scrivere 'ste cose?...

turbativa d'asta


ho sognato che avevano inaugurato un'importante casa d'aste proprio qui sotto, vicino la sala del regno dei testimoni di geova, che contemporaneamente celebravano l'ennesima fine del mondo... il mio vicino stava trapanando allegramente come al solito quando la forza pubblica è arrivata e lo ha arrestato con la doppia accusa di frode spirituale e turbativa d'asta... il trapano gli è stato sequestrato, e verrà naturalmente messo all'asta nella prossima sessione... non mancherò di comprarlo a qualunque cifra per poterlo sciogliere nell'acido

uscirne

quando ho iniziato a suonare arrivava sempre qualcuno pronto a dirmi che dovevo metterci dentro me stesso, in quello che suonavo... ci fosse stato qualcuno che si fosse preso la briga di dirmi anche come si faceva poi a uscirne

favola zen... featuring Mozart e mio cugino


Un po' di tempo fa un allievo mi chiese quand'è che uno può definirsi musicista... io gli risposi che poteva iniziare a definirsi tale quando quello che usciva dal suo strumento poteva considerarsi al tempo stesso non migliore del silenzio ma un po' meglio di tutto ciò che uccide il silenzio... era un ragazzo intelligente, di quelli che ci vogliono vedere chiaro, allora mi chiese quando si poteva dire che una cosa era migliore di tutto ciò che uccide il silenzio... gli dissi che allora bisognava conoscere bene cos'è il silenzio, e cos'è ciò che lo uccide... rimase perplesso, anch'io, del resto. 

Tempo dopo , all'improvviso, mi disse che aveva ascoltato bene tutto ciò che uccide il silenzio, ma che il silenzio non era mai riuscito a sentirlo, mi chiese se io ci fossi mai riuscito, gli risposi di no, ma gli dissi che adesso era diventato un musicista, aldilà di tutto quello che c'era ancora da imparare lo era diventato... mio cugino (che non esiste) mi disse che avevo riempito la testa di quel povero ragazzo di cazzate e di dubbi, io gli feci ascoltare un quartetto d'archi di Mozart, lui sorrise beffardo come quelli che trovano conferma al fatto di avere ragione, e mi disse che in quella musica non c'erano dubbi nè cazzate, e che quel ragazzo avrei fatto meglio a mandarlo a scuola da 'sto Mozart.

sabato 19 novembre 2011

callas


ok... domani arriva il bisturi sul mio testicolo destro... e che vuoi che sia... vabbè certo è una rottura di palle... male che vada dopo canterò la Tosca in tonalità originale meglio della Callas...

butterfly


direttamente dal nuovo teatro "la fenice".. siamo pronti per madama butterfly... siamo io e domingo... per la direzione d'orchestra metha zubin e metha' mio cugino premier

before or later


L'unita' di misura del dolore fisico discontinuo è la fitta... le voci dei compagni di degenza e il coro di trapani che stanno sventrando la terapia intensva mi impediscono di concentrarmi sulla fitta che mi scompone i gioielli di famiglia sin da ieri... peccato era sempre meglio del trapano, al quale io sembro essere predestinato... metto sull'ipod i gemiti e gli urli liberatori di un jarrett del 92... cosi' almeno ho la sensazione di non soffrire da solo... ciao, I'll be back, before or later

sulla brina


Perche' non correre liberi sulla brina respirando il fresco del mattino??... Perche' no, cazzo!... Non oso pensare quali sarebbero le conseguenze di un ciondoling a pie' sospinto... il mio gioiello destro non ha ancora deciso la posizione per dormire....

dentro di lei tornerà


In un angolo della mia stanza, col capo riverso, c'è un ventilatore. E' rimasto lì dall'estate, un tempo in cui roteava fiero le sue pale recando sollievo a chi faceva a gara per intercettare quell'illusione di fresco che sapeva regalare. Ora punta sul muro, e mostra con un po' di pudore la sua schiena informe, metafora del tramonto di un gesto a cui forse tutti noi, prima o poi, siamo destinati. Voglio insegnargli la sua dignità di oggetto inutilmente vitale, voglio insegnargli che se anche l'estate non dovesse tornare mai più lui sarebbe come mia madre, che ogni giorno mi regala un sorriso pur non sapendo se sono il bimbo che aveva o l'adulto che non vede più... ma è bella, pettinata e pronta a quell'estate che presto, dentro di lei, tornerà.

mercoledì 16 novembre 2011

442


c'è chi accorda il piano a 440... chi a 442... io farei le ore di 62, o 66... la vita sarebbe più facile, e suonerebbe meglio...

per Renzo...


ogni volta che il sole splende su cio'che resta dell'estate io voglio ricordarti... tu un giorno m'hai detto che al giorno serve la notte per poter tornare nuovo... non ho mai imparato a svegliarmi all'alba come facevi tu, e quando tu tornerai forse io dormiro' ancora, ma qualcosa, come in questo momento, mi dira' che ho perso ancora una volta l'occasione di vederti passare... mi manchi, mi mancano quelle tue caviglie forti ed ancorate al senso che tu davi alla vita... e quelle mani capaci di impararla dalle piante e dal mondo... dicevi che io sapevo far entrare le cose nei suoni e nelle parole, ti piaceva ascoltarmi, ma io ascoltavo i tuoi gesti di uomo giovane capaci di una saggezza antica, imparati senza sforzo da altre mani di uomini vecchi capaci di giovani saggezze... sapevo che io non avrei mai potuto farli miei... troppo tempo speso a lottare con chi voleva che fossi cio' che non sono... troppo tempo speso ad imparare le cose senza sapere che le cose non si imparano, se non guardandole fare a chi come te diceva di non saperle... troppo tempo speso ad ubriacarsi di parole dimenticando che loro stanno gia' li' dentro le cose che esistono, cose semplici da guardare ma difficili da vedere... allora mi manchi, cazzo... mi manca sapere che non potremo mai piu' correre insieme sulla spiaggia in sardegna, perche' io ho perso la forza nelle gambe, ma non la vita, tu incece hai intatta la tua forza, ma non la vita...
mi manca il fatto che quando, come oggi all'alba, passi di qui, mon puoi svegliarmi se non dopo che io mi sono svegliato... ma mi basta guardare una piantina insulsa che scambia un timido sole di nebbia per l'estate e si ostina a crescere per sapere che un giro da queste parti l'hai fatto, stamattina

astronauta


una persona mi ha detto che quando le cose della vita ti assillano troppo l'unica cosa e' mettere un po' di distanza tra te e loro... pensavo fosse uno psicologo, invece fa... l'astronauta

cugino notturno


vorrei dire a tutti quelli che, come me, suonano in modo scontato, di smetterla... risparmiare non aiuta a far risalire l'economia, e io parlo a ragion veduta, visto che sono cugino notturno del nuovo premier italiano

routine


devo fare un intervento chirurgico, m'hanno detto che e' di routine... allora se e'cosi' voglio che sia lui in persona a farmelo, cazzo

rudimentale congegno


‎... ognuno di noi passa la vita a trovare la sua personalissima chiave di lettura per le cose che gli succedono e per il mondo, poi magari la confonde con quella che gli avevano dato in dotazione per leggere se stesso, o con quella del garage, o del vano caldaia... se chi ha inventato le serrature ispirandosi al nostro rudimentale congegno per la perpetuazione della specie adesso e' li' che se la ride da qualche parte deve sapere che nemmeno lui e' messo tanto bene, secondo il buon sigmund...

demiurgo


‎... cazzo... guarda qua... e io invece pensavo che un demiurgo fosse un chirurgo che fa prezzi popolari...

domenica 13 novembre 2011

bangladesh


per addormentarsi non c'è niente di meglio di un bel libro di geometria... aspetta, guarda qui...cazzo quanto è brutto il triangolo scaleno!... ma in scalenia non sanno neanche mettere insieme tre angoli?... se entrano in europa gli aiuti dai tedeschi se li scordano... mi sa che rimangono fuori come san marino, che voleva costruire una torre ma al terzo tentativo ha mollato ed ha lasciato lì i tre ruderi, che si vedono anche dal bangladesh...

pozzanghera


Ho messo il piede destro nell'unica pozzanghera che c'era qui in giro nell'arco di venti km, ora non esiste piu', le acque sono tracimate e stanno pericolosamente calando a valle... a dogana stanno gia' costruendo un'arca, speriamo riescano a salvare tutte le specie, mi dispiacerebbe vedere estinguersi quelle galline mutanti col becco a serramanico che io e verbena avevamo ottenuto da piccoli laggiu' giocando col piccolo chimico... l'unico aspetto positivo in tutto questo e' che non mi sento in colpa... la colpa ce l'ha chi ha steso il piano regolatore e ha deciso di mettere una pozzanghera proprio sotto lo sportello di guida della mia macchina... o no?

joyce


ho sentito un pappagallo di nome joyce in un bar che ogni tanto spalancava il becco e urlava: "vaffanculoo... questo e' troppo!!!"... un cliente rideva, ma qualcosa nel suo ridere tradiva un certo nervosismo, forse temeva che l'uccellone colorato l'avesse visto mentre si riempiva la tasca sinistra di cioccolatini gratis... io invece ero tranquillo... per me essere di troppo e' un must... se avessi un bar e un pappagallo di nome joyce a lui insegnerei il monologo di molly nell'ulisse... cosi' i clienti mi svuoterebbero gli scaffali dei superalcolici...

canto soffiato


l'autunno non e' una rinuncia all'estate... ma un giro breve su una giostra di cose sospese... il canto soffiato di chi si ferma a pensare... la piccola piega sul foglio del libro

2 tonalità diverse


da ragazzino, quando ho sentito dire a qualcuno per la prima volta "la musica mi nutre" ho pensato che quello li' si mangiasse dischi e spartiti, e magari, nelle feste comandate, quelle grosse col botto, anche qualche strumento musicale di piccola taglia... quelli invece che "hanno la musica dentro" finiscono sempre per dormire soli, perche' i loro partner si sono rotti di passare le notti con una colonna sonora che non possono scegliere e ne' far tacere... se poi per caso hanno tutti e due "la musica dentro" e' ancora peggio, perche' dev'essere fastidioso dormire in due tonalita' diverse

11_11_11


ieri era il 11/11/11... da rimini sud ad ancona due code da mezzora... sarà per tutti quei cazzo di 1 in fila... poi in tutti e due gli incidenti che hanno bloccato il traffico era coinvolta una fiat 1... 1 pensa che il mondo stia per finire... o che cominci adesso...

ricordarti...


ogni volta che il sole splende su cio'che resta dell'estate io voglio ricordarti... tu un giorno m'hai detto che al giorno serve la notte per poter tornare nuovo... non ho mai imparato a svegliarmi all'alba come facevi tu, e quando tu tornerai forse io dormiro' ancora, ma qualcosa, come in questo momento, mi dira' che ho perso ancora una volta l'occasione di vederti passare... mi manchi, mi mancano quelle tue caviglie forti ed ancorate al senso che tu davi alla vita... e quelle mani capaci di impararla dalle piante e dal mondo... dicevi che io sapevo far entrare le cose nei suoni e nelle parole, ti piaceva ascoltarmi, ma io ascoltavo i tuoi gesti di uomo giovane capaci di una saggezza antica, imparati senza sforzo da altre mani di uomini vecchi capaci di giovani saggezze... sapevo che io non avrei mai potuto farli miei... troppo tempo speso a lottare con chi voleva che fossi cio' che non sono... troppo tempo speso ad imparare le cose senza sapere che le cose non si imparano, se non guardandole fare a chi come te diceva di non saperle... troppo tempo speso ad ubriacarsi di parole dimenticando che loro stanno gia' li' dentro le cose che esistono, cose semplici da guardare ma difficili da vedere... allora mi manchi, cazzo... mi manca sapere che non potremo mai piu' correre insieme sulla spiaggia in sardegna, perche' io ho perso la forza nelle gambe, ma non la vita, tu incece hai intatta la tua forza, ma non la vita...
mi manca il fatto che quando, come oggi all'alba, passi di qui, mon puoi svegliarmi se non dopo che io mi sono svegliato... ma mi basta guardare una piantina insulsa che scambia un timido sole di nebbia per l'estate e si ostina a crescere per sapere che un giro da queste parti l'hai fatto, stamattina

geometria liberata


Lasciare che le cose "siano" significa liberarle del peso di ciò che sono, della loro identità costretta ad avere un accesso univoco, una semantica obbligata.
Uno dei giochi più belli che facevo da bambino era quello di dare un altro senso alle cose, farle uscire loro malgrado dalle loro sembianze ovvie; è un gioco che fanno tutti i bambini, ma lo fanno di più quelli un po' strani... e un po' soli.

Non ho mai visto niente di più vicino alla solitudine di quanto non lo siano le figure geometriche piane; delimitano uno spazio che dentro ha la solitudine della bidimensionalitàe fuori l'infinita solitudine dell'universo. E' un pò come stare in una di quelle case sull'isola di Filicudi che hanno per tetto una linea appena accennata ma netta, giusto per evitare che dentro sia già cielo e fuori ancora casa.
La geometria mi ha sempre affascinato per la sua logica a cavallo tra il laconico e il malinconico, così perfetta e finita da farti pensare che lì sopra non passino cieli arsi o diluvii, o nebbie, o bufere di neve... ma che ci ristagni un sole timido e sbiancato come quello delle estati berlinesi.
Sono fatto così, io... non riesco a guardare uno sfondo bianco come un'assenza, lo vedo come una infinita promessa di presenze.
E così è la solitutudine. Non un'assenza di mondi e di facce, ma un foglio bianco da sporcare come vuoi sapendo che non smetterà mai di essere bianco.

Sul bianco puoi disegnare un triangolo, ma per farlo nel modo più netto ti serve il nero, che è il colore del buio... ha pari dignità del bianco, perchè anche il buio non è assenza, ma presenza delle infinite cose che nasconde.
Qualunque altro colore che potresti usare sarebbe invadente, perchè farebbe entrare in gioco una tavolozza emotiva che niente ha a che fare con l'algida indifferenza dellageometria. 
Sin da quando il primo triangolo è comparso sul foglio bianco dell'universo è stato subito chiaro che quei tre segmenti che lo delineavano lottavano contro l'ineluttabile solitudine dell'essere saldati assieme senza potersi muovere e giocare tra loro; l'impegno da loro preso di delimitare uno spazio in eterno li condannava ad una fissità implacabile... il rimanere immobile per sempre è impresa ardua anche per chi non è un organismo vivente. Ricordo che ai tempi del servizio militare, quando ero di guardia e dovevo rimanere immobile per due ore, invidiavo il mio fucile Garrand che sembrava non far nessuna fatica a star fermo e mantenere una postura marziale.

I lati dei triangoli isosceli, fosse anche solo per il loro nome un po' esotico, invidiavano l'altezza, che non era un lato, ma un'intrusa che si vantava della sua importanza strutturale ed aveva un nome regale, la chiamavano ironicamente: sua altezza l'altezza... come non bastasse lei sfoggiava sempre quel tratteggio che le dava un aspetto vivace e meno versato all'immobilismo, a guardarla un po' di sfuggita poteva quasi sembrare viva perchè iltratteggio inganna lo sguardo insistito animandosi pur rimanendo immobile.
Non passò molto tempo perchè la base, il lato che dei tre aveva subito mostrato di più la propensione ad avere i piedi ben piantati per terra, desiderasse di sistemarsi in pianta stabile. I due lati obbliqui avrebbero entrambi apprezzato il fatto di essere chiesti in moglie, ma la scelta cadde sull'affascinante altezza, forse per via del suo sensualissimotratteggio. lati obbliqui dovettero così assistere al lungo corteggiamento ostentando ripetutamente smorfie di disgusto e commenti ironici, nonchè ai primi goffi approcci sessuali, che però andarono presto a buon fine, dal momento che la coppia si ritrovò in dolce attesa.
La creatura nel grembo del triangolo cresceva a dismisura, troppo per quello spazio così angusto, ci sarebbe voluto il doppio di quello spazio per ospitarla... una volta nata fu presa la decisione (con cinico, geometrico rigore) di dividerla a metà ed estrarre a sorte quale delle due sarebbe stata gettata fuori dal triangolo nello spazio siderale del foglio bianco.
Alla fortunata rimasta fu imposto il nome di Area.
Cresccendo dimostrò presto l'insana passione per una precisa quantificazione numerica dello spazio interno della sua casa, cioè il triangolo.
Poi sua altezza "l'altezza" cominciò a mostrare i segni evidenti della degenerazione di alcuni tratti del suo carattere. Voleva esercitare sempre più il controllo su tutto, si faceva chiamare bisettrice... divideva la povera area in due parti uguali ed ordinava ai lati obbliquidi occuparsi ciascuno di una di esse... per sottrarsi ai suoi doveri coniugali si rifugiava in uno dei due angoli uguali in cui aveva diviso il suo, sempre in quello opposto in cui la cercava labase.
Ma erano solo momenti, in realtà l'unione era solida, e regge ancora.

Nel triangolo rettangolo, invece, l'angolo retto non bastava a conferire rettitudine ai comportamenti dei tre lati; già due di loro si contendevano il nome di base e quello di altezza, in più entrambi avevano perso la testa per l'ipotenusa, il lato opposto all'angolo retto, il cui nome già testimoniava a favore di una certa indulgenza a facili costumi. ArrivòPitagora a cercare di sedare i tafferugli interni al triangolo, tentando di riportare all'ordine gli equilibri interni costruendo quadrati addosso ai tre lati, cambiando nome ai due che formano l'angolo retto e chiamandoli cateti, appellativo piuttosto virile e gratificante, affidando alla calma lucida dei numeri il compito di placare le ansie di quantificazione che spesso sono alla base delle dispute tra chi è costretto a convivere in spazi delimitati.
Già che c'era s'accorse che con questo suo teorema nessuno dei tre lati, rimasto in incognito da solo, poteva più nascondere i suoi connotati.
Il teorema di Pitagora ancora regge... questo Teo, imperterrito, rema da millenni inesausto.

Il triangolo equilatero mostra evidenti segni di stanchezza, la sua simmetria lo condanna ad una noia mortale, i suoi equilibri interni, votati ai nobili valori dell'eguaglianza e della parità di diritti, lo indicano come esempio agli altri triangoli... ma lui è stanco di rappresentare un mito. Vede che i suoi esempi non hanno come conseguenza un tentativo da parte degli altri triangoli di tendere anch'essi alla simmetria come valore universale. E' demotivato e tende alla depressione, a guardarlo bene è ormai l'ombra di se stesso, non c'è più traccia di quella fierezza che ostentava quando dava dimostrazione di come sapesse rimanere uguale anche con la rotazione democratica dei nomi dei lati, poggiando indistintamente su ciascuno di loro. Anche l'altezza, a forza di dannarsi a partire da ciascuno dei tre angoli e avendo come risultato quello di rimanere sempre uguale, è rimasta vittima di una profonda crisi d'identità... persino il fulgore del suo tratteggio s'è offuscato, e piove giù senza convinzione. 

Discorso diverso per il triangolo scaleno, il diverso per eccellenza. All'inizio era fiero della sua diversità, e se ne faceva un vanto. Si pavoneggiava ostentando il suo anticonformismo ed era sempre di un umore frizzante, non privo di un fondale di vaga ironia.
Poi, dopo un periodo in cui in molti si sono sforzati di restituirlo ad una qualche conformità pur nella diversità, s'è stancato del suo preteso ruolo di eccentrico ed ha trasformato la sua ironia, prima in sarcasmo, poi alla fine in rabbia.
E' il triangolo più incazzato che c'è, i suoi angoli pungono, e il suo essere sbilenco si diverte a pungere lo sguardo.

Io da piccolo avevo deciso di inventare un triangolo nuovo, diverso da tutti questi... ho fatto vari tentativi, ma mi portavano sempre a forme geometriche che poi scoprivo essere già esistenti.
La frustrazione si faceva strada dentro di me, e stavo per desistere, fino a quando non ebbi finalmente l'illuminazione. Come sempre le grandi cose si scoprono in un modo che spesso a che fare col caso: vidi gli occhiali di mio babbo sul tavolo, disegnai con cura un piccolo triangolo, presi gli occhiali e avvicinandoli e allontanadoli, inclinando le lenti e sperimentando ogni sorta di manipolazione visiva... inventai il triangolo vivente... iltriangolo che si muove di continuo per sfuggire ad ogni  definizione, ad ogni teorema di tutti i pitagori e gli euclidi possibili.
Mi presi del tempo per trovare al triangolo vivente un nome che fosse più accademico, che potesse fare un po' di impressione, che fosse credibile anche già solo da come suona.
Avevo bisogno di qualche consiglio, così cominciai a chiedere in giro, ma nessuno mi prendeva sul serio.
Allora feci da solo, capii che non potevo allontanarmi troppo dai nomi realmente esistenti. Proprio quando stavo per demordere mi venne l'ispirazione... una volta chiesi al vigile della piazza cos'era l'ispirazione, lui mi disse di respirare forte con il naso, allora io lo facevo sempre quando ero alla ricerca di un'idea, ma non funzionava granchè... a forza di respirare mi girava la testa e il cervello rimaneva comunque vuoto.
Decisi di provare a spostare o sostituire qualche lettera a partire da un nome già esistente. Me ne venne uno che sicuramente poteva andare: la mia creatura l'avrei chiamata triangolo rottangolo.
Cazzo che nome... sì, sì, poteva andare... angoli deformati, quindi rotti.
Non rimaneva che la prova finale, il battesimo del fuoco.

Andai dal barbire Gianni, il mio amico adulto che sapeva tutto, e gli esposi con cura tutta la faccenda. Lui ascoltò, poi si tolse gli occhiali per pulirli (questo di solito era un buon segno)... mi guardò con i suoi occhi che senza occhiali mi sembravano piccolissimi, sorrise e disse:
No... non va bene... se le geometria la fai muovere dopo non è più geometria... a meno che non fai ruotare le figure e dopo diventano solidi... comunque ad un certo punto le devi fermare, e così sono geometria... tè capì?...

Io non avevo capito quasi niente, ma mi fidavo ciecamente di lui, allora andai a casa, restituii gli occhiali che avevo fregato a mia nonna, presi il libro di geometria e feci a pezzi tutte le pagine con le forbici... poi le riincollai su dei fogli bianchi.
Finalmente avevo liberato il lati dagli angoli, fatto uscire le altezze, incollato pezzi diipotenuse a spruzzo in cima ai vertici, piegato le bisettrici... e le aree non si potevano più calcolare... e i teoremi remavano a casaccio.
La geometria adesso era un paese libero, sulle pagine splendeva un sole più convinto, oppure pioveva... tutto era libero.
Avevo liberato la geometria.

Il titolo di quel libro sarebbe stato Geometria liberata.

Venni redarguito a viva forza dalla maestra per aver distrutto il libro di geometria, che così era inutilizzabile.
Venni punito aspramente da mio padre, che aveva una visione della geometria molto poco "liberata".
La mia passione per la geometria ebbe così un brusco stop.
E cominciai a mettere le mani sulla chitarra... una Eko da 7.500 lire finita in casa chissà come.

domenica 6 novembre 2011

foglie


mia madre dice sempre quello che pensa, adesso... e dice anche qualunque cosa le riemerga dal passato... come le foglie che, dopo un'estate spesa ad assicurarci il verde, si lasciano andare al giallo e al rosso solo poco prima di cadere, quando non resta loro che la danza di quel volo di pochi metri per dirci di che colore volevano fosse la loro vita

quando s'impegna


la pioggerellina di novembre ha uno spleen quasi contagioso... lei non ha la fiera dignità della pioggia battente, così finisce per essere devastante come il nebulizzatore che il barbiere ti spruzza sul capo, faccia compresa, prima di tagliarti i capelli... la pioggerellina fa impunemente scempio delle solenni architetture che molte signore (e signori) hanno sulla testa, increspisce o ammoscia tutto, anche i pensieri. La pioggerellina di novembre non fa rumore, ma io l'ascolto scendere, e mi sembra di sentire le vocine esultanti delle piccole gocce che si librano in aria... invece sono i lamenti del mio vicino, qui sotto, che s'è ferito col trapano... cazzo!... allora dio esiste, quando s'impegna...

format


vi siete mai chiesti dove vanno a finire i file che eliminiamo in modo permanente dal nostro hard disk ogni volta che svuotiamo il cestino?... io non ci dormo la notte... sogno un gigantesco groviglio di stringhe che galleggiano nell'oblio digitale in attesa del giorno del "giudigitalizio universale" ad opera del SOS (sistema operativo supremo) sicuramente installato su mac, visto che Jobs dovrebbe essere in quei paraggi... poi mi chiedo se quei file sfigati giustiziati dai crashdown o dal tasto format avranno una seconda opportunità... poi mi chiedo se esiste un inferno digitale dove andrebbero a buon diritto i file xxx, i virus, molti videoclip di youtube, le foto ritoccate con photoshop e le cose che scrivo io su fb... poi mi chiedo se viene fatta una raccolta differenziata di testo, immagini, video, audio... e poi in quale universo parallelo vengono smaltite le scorie digitali?...
ma forse è improbabile che esista un aldilà informatico... forse uno di questi giorni verrà tutto restituito ai rispettivi mittenti in una cartella che apparirà all'improvviso sul desktop col nome "Don't try to lose again your fuckin' digibullshits"

giovedì 3 novembre 2011

stesso piano


‎... non si puo' mettere tutto sullo stesso piano... soprattutto se sei un architetto non puoi farlo... i tuoi committenti si troverebbero garage, tetto, soffitta e vani abitabili tutti allo stesso livello... e sarebbe un casino, nessuno farebbe piu' neanche una rampa di scale e pochi riuscirebbero poi a superare la prova costume quando arriva giugno e si deve andare al mare... vabbe' ci sono valide alternative ma... non si puo' mettere tutto sullo stesso piano

nei baffetti di zorro


a meta' strada tra i nichilisti e i creduloni ci sta tutta una varieta' di soggetti con un credo a scadenza che, come le versioni trial dei software da scaricare, dopo un po' ti lasciano a piedi... ho conosciuto un tipo che, dopo aver distrutto un flipper al bar negli anni settanta, e' diventato vescovo nei testimoni di geova... un altro e' passato dall'india e il suo baba al racket delle macchinette mangiasoldi... musicisti free jazz che approdano alla new age col flauto di pan... per quanto mi riguarda io credo fermamente nei baffetti di zorro, nelle melagrane e nel grande lebowsky... almeno per tutta questa settimana

spifferi


penso sia necessario, in qualunque cosa si faccia, aprirsi all'esterno... ma per poterlo fare e' importantissimo anche aprirsi all'interno... cosi' ogni esperienza ti arricchisce, se prima non finisci devastato dagli spifferi...

nel sangue


amo tutta la musica brasiliana, vorrei cantare e suonare con quella voce lì, e con quei suoni lì, ce l'avrei anche avuto nel sangue, perchè mio nonno era brasiliano... ma poi ha smesso... sfiga... così m'è toccato nascere sammarinese... l'unica cosa che ho adesso in comune con i brasiliani è che siamo tutti fuori dall'europa

borges


Borges diceva che il tango e' un pensiero triste che balla... nella nostra cultura i pensieri tristi non ballano, si buttano sul divano e guardano a loop tragedie d'ogni sorta che ti fanno credere che in fondo non sei il piu' sfigato... invece in altre culture la gente pensa che la danza aiuti a combattere la sfiga... Baricco dice che "se balli non puoi morire"... avete mai visto ballare il frevo? Solo a guardarli guadagni dieci anni di vita

amenità


e' saggio pensare che si possa fare a meno di tante cose... il cugino di mio cugino (che sono io) riesce a fare a meno di tutto tranne che delle... amenita'... buongiorno, il sole splende... da qualche parte

bluezzzz


stasera suono blues...il bluesmen delle origini portava sempre con se' un coltello... cazzo io me lo sono dimenticato... se quando esco mi assalgono per rubarmi la paga devono sapere che gliela lascio senza combattere... io conto sull'intervento di zorro... bluezzzzzz...

chet


anche senza volerlo facciamo ogni giorno una serie di cose per uccidere la poesia e tagliarla fuori dalla nostra vita... è una sorta di imperativo animale che l'evoluzione non ha ancora cancellato... è più forte di noi...
io, nel mio piccolo, ho dato il meglio quella volta che ho calpestato chet baker nella penombra del camerino di un teatro, non si vedeva un cazzo, lui dormiva in terra e io cercavo la mia borsa... mi ha chiesto scusa e mi ha passato la borsa... se gli avessi calpestato la tromba mi avrebbe ucciso e sarei passato alla storia, anche se non ci passo... per via del mio "spessore" umano

oreste


quando ero piccolo pensavo che la forza di gravita' avesse a che fare con gli errori che facevo sul quaderno a scuola... poi il vigile della piazza, grande filosofo-tuttologo, mi disse che la forza di gravita' e' uguale per tutti ma dipende da quanto pesi... boh... io so solo che il gatto di una mia amica e' caduto da un palazzo ed e' ancora vivo... io stamattina sono caduto dal letto e credo di essere pronto per ricevere le visite dei parenti nella vicina ricorrenza dei cari estinti... In ogni caso buongiorno a tutti, anche al gatto di raffaela, che si chiama oreste

incartato


complimenti!... tu hai l'ardire di non capire un cazzo di quello che ti dico e nonostante ciò farci su voli pindarici con argomentazioni che alla fine risultano quasi convincenti... tu hai l'ardire di rifiutare ogni sorta d'erudizione e ciò nonostante riuscire a sapere ciò che c'è da sapere ogni volta che provo a portarti su territori a te ignoti... tu hai l'ardire di gettare il tuo sarcastico sdegno su tutto ciò che è bellezza e poesia... tu hai l'ardire di non ardere giacchè ti trovi immerso fino al collo nelle fiamme eterne ... e avrai l'ardire di aver anche da ridire su ciò che ti sto dicendo!!!...
Scusate... stavo parlando con mio cugino adolescente... e adesso mi sono incartato

sto in pensiero


Il mio libro e' uscito da due mesi... ma perche' sta in giro tutto sto tempo?... io sto in pensiero... se decidesse di tornare sappia che uccideremo il vitello grasso e faremo un bel barbecue sul terrazzo del vicino... lui alimentera' il fuoco... (sta a voi decidere se per "lui" intendo il libro o il vicino)

comune


sulla destra del profilo appaiono continuamente nomi e facce di "persone che potresti conoscere"... e sotto c'è scritto: 26 amici in comune... 79 amici in comune... o addirittura 179 amici in comune...
cazzo... ma come fa 'sta gente ad avere tutti 'sti amici in comune!... sicuramente questi non dovranno mai fare code agli sportelli, e potranno operare ogni sorta di ristrutturazione edilizia, avranno condoni anche se abbattono capitelli corinzi... mah... io non so nemmeno chi è il sindaco... che qui poi si chiama capitano di castello... (fossimo al mare si chiamerebbe capitano di vascello)... buongiorno, anyway

pigiama

in un giorno come questo io mi faccio sempre un po' di domande, non so voi... ad esempio: ma per guadagnarsi il riposo eterno uno deve fare una vita molto faticosa?... nel riposo eterno ci si puo' alzare a fare pipi'?... se uno ha delle botte d'insonnia e vuole leggere, i libri che ci sono li' hanno un finale o vanno avanti in eterno anche loro?... qualche ora a fumare su una panchina te la lasciano o devi per forza stare sempre giu' a riposare?... dio s'intromette di continuo e vuol dire la sua o ti lascia un po' "vivere"?... poi la piu' importante: ci vuole il pigiama nuovo come quando si va in ospedale?

mahler

certi temi ariosi ed interminabili come quelli di mahler ti rapiscono e ti portano iin luoghi meravigliosi che non hai mai visto... allora ti viene voglia di rimanere li', ma poi t'accorgi che eri vestito da tennis per andare a giocare con tuo cugino, il cellulare e' scarico e non sei poi cosi' sicuro che ci sia qualcuno a casa disposto a pagare il riscatto per riportarti indietro... cazzo... rimarro' qui... nel bene e nel mahler