domenica 13 novembre 2011

ricordarti...


ogni volta che il sole splende su cio'che resta dell'estate io voglio ricordarti... tu un giorno m'hai detto che al giorno serve la notte per poter tornare nuovo... non ho mai imparato a svegliarmi all'alba come facevi tu, e quando tu tornerai forse io dormiro' ancora, ma qualcosa, come in questo momento, mi dira' che ho perso ancora una volta l'occasione di vederti passare... mi manchi, mi mancano quelle tue caviglie forti ed ancorate al senso che tu davi alla vita... e quelle mani capaci di impararla dalle piante e dal mondo... dicevi che io sapevo far entrare le cose nei suoni e nelle parole, ti piaceva ascoltarmi, ma io ascoltavo i tuoi gesti di uomo giovane capaci di una saggezza antica, imparati senza sforzo da altre mani di uomini vecchi capaci di giovani saggezze... sapevo che io non avrei mai potuto farli miei... troppo tempo speso a lottare con chi voleva che fossi cio' che non sono... troppo tempo speso ad imparare le cose senza sapere che le cose non si imparano, se non guardandole fare a chi come te diceva di non saperle... troppo tempo speso ad ubriacarsi di parole dimenticando che loro stanno gia' li' dentro le cose che esistono, cose semplici da guardare ma difficili da vedere... allora mi manchi, cazzo... mi manca sapere che non potremo mai piu' correre insieme sulla spiaggia in sardegna, perche' io ho perso la forza nelle gambe, ma non la vita, tu incece hai intatta la tua forza, ma non la vita...
mi manca il fatto che quando, come oggi all'alba, passi di qui, mon puoi svegliarmi se non dopo che io mi sono svegliato... ma mi basta guardare una piantina insulsa che scambia un timido sole di nebbia per l'estate e si ostina a crescere per sapere che un giro da queste parti l'hai fatto, stamattina

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