sabato 14 gennaio 2012

la figlia del droghiere

al bar ho appena sentito uno che diceva: "e' tardi, ma vado lo stesso a rimini, cosi' lascio qui i pensieri..." quel "cosi'" mi induce a pensare che a rimini coi pensieri sia impossibile andarci, per cui in quella citta' si incontra solo gente che ha ripudiato il pensiero logico ed agisce in virtu' dell'istinto e delle emozioni, o forse semplicemente la password per poter usare la ragione la conoscono solo i residenti, questo spiegherebbe perche', quando da piccolo l'estate abitavo li' per andare al mare ogni giorno a carbonizzarmi giocando a pallone tutto il giorno coi tedeschi dietro le cabine, dove spesso e volentieri passava l'equatore, io vincevo sempre perche' quei gaggi tognini, come venivano chiamati da noi, in preda solo alle loro emozioni senza il fitro del pensiero logico erano prevedibilissimi e cadevano continuamente a terra...
una mia piccola amica di quei tempi, milanese, mi chiamava marocchino, per via del colore che la mia pelle assumeva in breve tempo a causa della mia ostinata allergia agli ombrelloni, ma non solo per quello, temo... questo appellativo lo portavo con fatica ed in modo combattuto, coi tedeschi ne andavo fiero, con lei no...
forse il bagnino, autorita' che d'estate nelle citta' di mare scavalca quasi quella del sindaco, la password per il pensiero logico la dava piu' facilmente ai milanesi che non a noi... o forse il mio pensiero logico non e' mai approdato ad alti lidi... 
fattosta' che in seguito io alla dimar di rimini, che oggi purtroppo ha chiuso, in preda al delirio sensoriale ho comprato centinaia di dischi, molti dei quali hanno cominciato a piacermi solo molto dopo, col "senno del poi"... quel plug in che si installa da solo cogli anni, e fa giustizia di un po' di cose... di altre invece fa scempio... anyway... se andate a rimini, come diceva de andre', non fate mai scommesse con la figlia del droghiere...

venerdì 13 gennaio 2012

vela sfondata

‎... non si puo'dire ad una vela quale vento raccogliere, perche' se a lei non piace il tuo, si ammaina e rinuncia a veleggiare... io ricordo quanto male questo mi ha fatto, ed ho cercato sempre di tenerlo presente con tutti, perche' gli insegnamenti della memoria e della sofferenza vanno tenuti sempre al presente... se li lasci scivolare nel passato non li vedi piu' e finisci per infliggere ad altri la tua stessa pena, magari inconsciamente... l'unico vento che ho spento e' quello di mio cugino, che ha una vela sfondata e non vuole rattopparla... un buon modo per non porsi il problema...

light spam filter

i re magi si avvicinano al traguardo e ancora non ho visto auguri di buon anno per i feisbuchiani...
auguri ai feisbuchiani della prima ora, quelli che stavano lì solo per cliccare like sotto una foto. Leggendari.
auguri ai feisbuchiani ANTIfeisbuc... cioè quelli che per scelta non hanno un account FB ma ne parlano male di continuo, poi spiano dagli account degli amici/fidanzati-e/congiunti in genere. Stoici.
Auguri ai feisbuchiani silenti... quelli che leggono, osservano e non cliccano mai, chi per timidezza, chi per non lasciare in giro tracce del proprio operato telematico... poi quando li incontri ti raccontano tutto quello che scrivi. Fautori del feedback invisibile.
Auguri ai feisbuchiani sporadici, detti anche "a singhiozzo"... che ricompaiono dopo mesi travolti da vagoni di notifiche che ignorano in modo intelligente, cioè selezionando senza paura di offendere nessuno con la scusa che tanto loro su FB non ci vanno mai... perchè il tempo è denaro. Cliccatori avari ed intermittenti, se gli mandi un messaggio lo lasciano cadere in prescrizione e precipita nell'oblio telematico.
Auguri ai feisbuchiani in incognito... quelli che magari hanno un account a nome Cameron de la Isla... o Bread Pittbull... con tutte foto che evitano i loro connotati o li ritraggono in modo illeggibile e confuso... buontemponi con l'hobby dell'invisibilismo creativo.
E... per finire... auguri a tutti quelli che stanno in feisbuch come ceci nell'acqua... quelli che, come me, si divertono e non se ne vergognano... quelli che raccontano agli amici e al mondo dei loro cazzi, del loro cugino immaginario, della nonna ombrina... quelli che, insomma, non danno retta a chi gli dice che è egocentrismo, esibizionismo, e quant'oltre... quelli che cliccano anche con gli alluci... con il naso... con... (lasciamo stare).
Per finire davvero... l'augurio più importante: auguri a quelli che non sono feisbuchiani perchè non hanno, o non hanno mai visto un computer... sono tantissimi davvero...
PS:
a quelli che usano feisbuch (e ci sono) solo per prendere per il culo chi si espone candidamente volevo ricordare che mr zuckerberg e i suoi collaboratori hanno creato un light spam filter che li relega immediatamente ad un account più piccolo e adatto a loro... si chiama feisbucchìno... ah no?...

berlino-bagdad

da piccolo pensavo che la befana fosse un'amica di mia nonna che mi era molto antipatica... aveva il naso adunco e i denti piazzati random nella cavita' orale... quando la incontravamo lei parlava con mia nonna tentando ogni volta di proiettare la sfera di tutte le sue parentele verso un preteso odore di santita'... mentre parlava guardava me con vago e malcelato disappunto... io non riuscivo a capire perche', fino al momento in cui, gurdandomi negli occhi in modo severo, mi diceva che si fa peccato non solo compiendo una brutta azione, ma anche solo pensando di compierla... allora io mi chiedevo come facesse a sapere che io col pensiero avevo rubato almeno dieci volte quel pallone di cuoio in mostra nel negozio di giocattoli sotto casa... doveva essere magica... quindi sicuramente era lei la befana.
A pensarci bene non so se potesse esserlo davvero, con tutti quei parenti quasi santi... va detto pero' che io dalla befana ho ricevuto tanto di quel carbone da poterci far fare ad un treno a vapore la berlino-bagdad

destino

ieri sera, davanti ad un bicchiere con le mie amiche, siamo finiti a parlare del destino... era destino che succedesse. Io ho detto che ad un certo punto bisogna scegliere tra due cose, cioe' se credere nel Grande Disegno oppure pensare che il tuo destino e' come una partita di shangai... i tuoi giorni sono gli stecchini che scegli di togliere fino a che non muovi il mucchio e il gioco passa ad altri, che cosi' determinano la direzione delle tue future mosse. Alla fine ti rendi conto che ci sono diversi fattori che intervengono pesantemente sul tuo destino... le relazioni... la tua presunta lungimiranza che spessa viene inquinata dal caso e dalla fortuna, ma molto piu' spesso dalla sfiga... qualcuno diceva "homo faber fortune suae" (ma questo sembra essere valido solo per i fabbri).
Allora si e' portati a credere nella Big Picture... nel grande disegno dove tutto e' gia' scritto, e questo sembrerebbe sollevarti non poco da ogni ansia perche' ti viene da credere che tutto sia gia' stato predefinito da un matitone onnipotente ed implacabile... ma poi ti dicono di no... centri anche tu, nel pacchetto c'e' anche il plug in del cosiddetto libero arbitrio, che spesso pero', quando lo lanci, va in conflitto con i driver del sistema provocando bug di ogni sorta... allora ti ritrovi a fare i conti con delle inaudite turbolenze addominali proprio durante il concerto per sola chitarra in un teatro gremito... e non saprai mai con chi prendertela, se con il grande disegno o con il libero arbitrio delle tue sciagurate abitudini alimentari... se lo chiedi a qualcuno ti dira' che il bel concerto era scritto nel grande disegno... mentre il mal di pancia ce l'hai messo tu di tua scelta, ingrato miscredente...
se invece fosse che il bel concerto te lo sei guadagnato tu e le turbolenze addominali erano nel grande disegno... beh, allora e' inevitabile chiedersi perche' lassu' debbano per forza disegnare anche questi dettagli del cazzo... il rinascimento e' ormai roba di altri tempi, no?... comunque io mi immagino il dest-ino come un tipo piccolino e molto, molto sveglio... che pero', visto il gran lavoro che deve sbrigare, lavora anche mentre dorme... purtroppo... buon befanismo a tutti

big picture

stamattina ho sentito già due persone dire "oggi non è la MIA giornata"... puo' succedere... soprattutto se hai dormito nel letto di qualcun'altro... ti alzi, ti vesti ed esci fuori nel mondo... ma quella non è la TUA giornata, l'hai rubata a quell'altro, così gente che credevi amica ti odia, e altra gente che conosci appena ti tratta con familiarità imbarazzante... allora combini dei casini abbracciando i primi e trattando con vaga sufficienza i secondi... finisci per incartarti al punto da non vedere l'ora che quella giornata finisca per tornare al TUO letto... e magari ci trovi dentro l'altro, che russa soddisfatto per aver vissuto la TUA giornata al posto della sfigatissima SUA... o viceversa... naturalmente.
Mio cugino riesce a vivere la giornata di chiunque altro come fosse SUA, e si crede figo per questo... ma ha la Digos alle calcagna... con diversi capi d'accusa, trai quali il più serio sembra essere quello di sfregio recidivo ai danni delle trame del grande disegno...

tenere il mare

c'e' chi passa tempo e tempo a figurarsi il futuro... arriva il fine settimana e si abbozza mentalmente gia' la prossima, a volte scende pure nei dettagli... ogni volta che ci ho provato sono stato irriso da una quantita' talle di variabili impazzite che sono intervenute l'una dopo l'altra a correggere, e a volte stravolgere, il canovaccio del mio affresco che sembrava cosi' reale ed ineluttabile.
Anche solo una piccola variabile dovuta al caso, alla sfiga, alla fortuna o a chi volete voi, puo' mandare le cose in direzione opposta, o comunque imprevedibile... una volta un mio illuminato insegnante, a proposito di come riuscire a reagire in tempo reale alle piccole o grandi variabili che il momento che stiamo cavalcando tiene in serbo per noi, mi disse che una buona barca sa tenere il mare quando e" in grado di riuscire ad avere un dialogo con la sua estrema suscettibilita', con i suoi sussulti imprevedibili... ma poi il marinaio deve saper dialogare con lei a sua volte, se vuole andar per mare.
Ho capito che aveva ragione quando il mare della vita mi ha riservato tempeste, cambi di vento, bonaccia... l'ho capito suonando, quando il mare era l'imprevedibilita' di cio' che avrebbero fatto gli altri del gruppo, la mia, quella del luogo o del pubblico... l'ho capito insegnando, quando il mare sono gli impulsi vividi dei bambini che hai davanti... l'ho capito con i miei figli, con cui avrei voluto condividere anche le piu' recondite dinamiche del cuore... l'ho capito con le persone amate, con gli amici... che spesso rischiamo di cristallizzare in un'immagine standardizzata che abbiamo di loro...
ma l'ho capito anche con me stesso, il mare profondo e vivo di quello che sono, con la mia dimensione conscia ed inconscia... con i miei sensi spesso in balia delle onde come quelli di tutti...
c'e' un film di cui ora non ricordo il titolo, dove il protagonista e' costretto a rivivere in continuazione sempre lo stesso giorno... il 13 agosto, che tra l'altro e' la data del mio compleanno... incontra le persone che naturalmente rifanno le stesse cose, e lui, che sa gia' cosa succedera', all'inizio crede di essere in vantaggio e di poter agire per influenzare a suo favore gli eventi... ma ogni giorno fa cose diverse, e alla fine ha nostalgia del primo giorno, quelli in cui aveva interagito d'impulso con gli eventi.
La mia agenda mentale, quella che tenta di dare un ordine al futuro immediato, o a quello piu' in la, e' piena di contenitori vuoti che non so come verranno riempiti... l' unica cosa che so e' che devono essere in grado di tenere il mare...
All'IKEA ce ne sono di buoni, e costano poco... ma devi saperli montare

gelida alba di gennaio

prima gelida alba di gennaio a cui ho appena assistito... stesso copione... con gradualissima diafana dolcezza il giorno uccide lentamente la notte, che dopo qualche minuto cede il posto suo malgrado, sapendo che di li' ad una manciata di ore, messe a fuoco dalla timida luce del sole d'inverno, si prendera' la rivincita ingoiando di nuovo, con il suo avido ventre buio, fino all'ultimo tiepido bagliore... quello che e' impossibile dare per scontato e' che tutto avviene senza che sia evidente nessuno sforzo, nessuno sgradevole senso di fatica... in ogni forma di espressione artistica, in ogni umana opera, si tende a cercare la bellezza in cio' che appare senza fatica, a meno che la si voglia intenzionalmente mostrare... quando si dice "questo e' il risultato delle mie fatiche" o si mente, oppure quel risultato non e' granche'... che tutto venga da immensi sforzi e dolorose fatiche e' un retaggio moralistico che io e mio cugino rinneghiamo perche' e' figlio del "partorirai con dolore", cioe' un plug in aggiuntivo al pacchetto del peccato originale... lui poi (mio cugino) un giorno e' andato a correre al percorso vita... dopo alcuni giri non sentiva piu' nessuna fatica... ha perso un polpaccio e non se n'e' nemmeno accorto

miscellanee

ecologia acustica... sta diventando un must, per me... mi accorgo di essere diventato vecchio solo da questo... (vabbe'... insomma... si fa per dire)... coltivo l'orecchio del mattino con la carezza di velluto della chitarra di jim hall... con turn out the stars suonata da bill evans... un quartetto d'archi di ravel associati all'ozono della prima boccata d'aria sul terrazzo... poi entro in un bar per un caffe' e vengo stuprato da un cocktail micidiale di una radio sovrapposta ad un audio tv, piu' avariate suonerie compresse sui medioacuti... non puoi piu' entrare in nessun posto senza che ci sia qualcosa che esca da un chissa' quale altoparlante... ascensori, supermercati, ambulatori, viuzze di un paesotto figo... nelle telefonate che per forza devi fare a questo o quell'ufficio ti mettono in attesa in compagnia dell'inno nazionale lappone programmato in midi da chissa' quale genio, e ti va sempre meglio che se vieni braccato dall'ultimo prodigio del vincitore di un talent show, o la sempiterna finta ubriachezza molesta politically correct di uno che da trent'anni urla che siamo liberi... non so quanto tempo mi sia rimasto per nutrire come voglio le mie orecchie prima del coro degli angeli, o, ben piu' probabile, di marilyn manson e i metallica.. ma vorrei poter scegliere io cosa alternare al silenzio, o al ricordo della voce di mia nonna... cazzo!... se conoscessi un bravo inventore gli commissionerei un telecomando universale da tenere sempre in tasca per disattivare ogni dispositivo audio quando entro in un posto... sarebbe grande osservare tutte le facce disincarnate di quella gente che e' disposta ad ingozzare le orecchie di qualunque poltiglia sonora pur di non sentire il ronzio del proprio silenzio interiore... i grandi musicisti sono tali perche' capaci di allearsi con quel silenzio, nutrirsene, e nutrire noi... bisognerebbe mettere in giro la voce che certe miscellanee di suoni ottusi fanno venire il cancro, o cadere i capelli, o diventare impotenti, o si attaccano al lavoro del tuo... analista... (in tutti i sensi che la parola, se la si guarda bene, puo' avere)...

polvere

ogni giorno accarezziamo con la mente un milione di pensieri... se si potessero trascrivere tutti avremmo miliardi di monologhi come quello di molly nell'ulisse di joice... e forse questo servirebbe a capire quanto siamo complicati, e quante cose progettiamo di fare ogni giorno per evitare di guardare un po' in faccia quella inevitabile lieve malinconia di fondo che invece e' sana, se la si accoglie come parte del germoglio di cio' che siamo... accende la nostra sensibilita' e colora tutto in modo diverso con una profondita' che ci rende piu' vicini al mondo... spesso non ci rendiamo conto che si fanno un milione di cose belle alle quali non lanciamo che uno sguardo distratto e fugace... sto guardando la polvere accumulata sul cruscotto della mia macchina... e' un lavoro di grande precisione che ha portato a questo mirabile risultato... microparticelle di universo provenienti da chissa' dove atterrate proprio qui sul mio cruscotto... e tutto questo e' potuto succedere grazie a me, che ho resistito alla tentazione di spolverarlo...

farfalle tropicali

e' curioso pensare a quelle persone che hanno cambiato la nostra vita in modo cosi' profondo da non poter immaginare come questa sarebbe ora se non le si fosse mai incontrate.
Allora penso al primo momento in cui le ho viste in faccia senza poter immaginare il peso che quel sorrisetto distratto avrebbe avuto sul mio destino... penso a mio padre, per esempio... non ricordo la prima volta che gli ho sorriso, ma sono certo che lui avesse gia' a quel momento dei piani su come correggere la rotta della mia presunta deriva esistenziale... penso al suo fermo esempio, che non condividevo gia' dai tempi della culla, ma che mi ha insegnato cosa voleva dire non avere dubbi, per farmi capire quanto e' importante averne e coltivarli come germe della scoperta e del cambiamento... penso a quel professore di lettere che con grande nonchalance ci butto li' il castello dei destini incrociati di calvino... ed al suo stupore davanti al mio dopo aver letto quel libro... penso a quando ho incontrato franco cerri e gli ho detto che da piccolo lo guardavo in tv suonare maramao perche' sei morto e improvvisarci sopra... ed al suo sorriso luminoso che mi esprimeva gratitudine sulla fiducia... penso alla prima donna che mi ha lasciato perche' avevo disatteso i suoi progetti riguardo al mio destino... penso al viso bambino di un amico di gioventu' che avevo incontrato per caso dentro la musica, e che poi dopo anni, in un ruolo diverso, ha contribuito a salvarmi la vita... penso a mia madre, che ora ha dimenticato tutto, ma non di avermi regalato la vita...
poi penso a mio cugino, che esiste solo dentro di me, e si ostina da anni a coltivare nel mio giardino piantine insulse convinto, senza ombra di dubbio, che una volta cresciute attireranno nuvole di meravigliose farfalle tropicali...
penso...

peso

troppe cose
vinte dal tempo
cedute al sonno
e marcite dentro
troppo peso
in un solo frammento
pesante al lati
e sfinito al centro

a volte

a volte sarebbe bello che tutto non avesse spigoli, e che si potesse camminare liberamente a piedi nudi nella vita... con lo sguardo che si mantiene sempre a mezz'aria... pronto, ad ogni suggestione, ad essere sospinto in alto a colpi d'ala...
a volte invece sono proprio gli spigoli a dare una forma, ad imporre direzioni e correzioni di rotta improvvise ed impreviste, a regalarci quella sensazione di smarrimento da cui nasce inevitabilmente un orizzonte nuovo, fatto anche di luoghi che non volevamo vedere, ma che alla fine ci regalano una prospettiva diversa...
non mi riferisco necessariamente a questioni mistiche o esistenziali, ma anche a cose come questa... una volta, da piccolo, mi sono perso a dogana bassa e non avevo piu' riferimenti visivi, tutto mi sembrava diverso ed ero sicuro che non avrei piu' trovato la strada per tornare a casa... brancolavo nell'ignoto come il nonno di amarcord nella scena della nebbia... poi mi sono trovato ad andare a sbattere contro la mia bicicletta appoggiata ad un muro enorme che non avevo mai visto, ed invece era quello della mia casa, quello di dietro... seguendo angoli e spigoli ho ritrovato il portone, le scale, mia mamma... non mi ero mai accorto che tutto fosse cosi' grande, cosi' bello e cosi' misterioso...
ho imparato due cose: la prima e' che anche i tuoi angusti recinti possono essere distese sconosciute e sconfinate... l'altra e' che il senso d'orientamento nel mio dna si sono scordati di metterlo, e ancora adesso, se vado a dogana bassa, devo stare attento a non perdermi... pero' mi godo tutti gli spigoli... col navigatore sempre a portata di mano, magari...

domenica 1 gennaio 2012

santaclaus gold card

una volta, da piccoli, io e mia sorella, all'insaputa dei genitori, la notte di natale, abbiamo deciso di fingere di andare a dormire presto e invece ci siamo piazzati dietro un armadio ad aspettare babbo natale. Non ricordo cosa fece mia sorella, ma io mi addormentai dopo aver resistito a lungo... caddi a terra e mi procurai un bel bernoccolone natalizio. Di quell'omone barbuto e dei suoi doni manco l'ombra... pero' non tutto il male venne per nuocere... al mattino, dietro l'armadio, trovai una tesserina plastificata rossa con sopra scritto "santa claus gold card".
Ci misi qualche anno a capire cosa fosse, ma quando mi resi conto che quella era la carta di credito illimitato di babbo natale seppi che non c'era piu'bisogno di essere stati buoni per ricevere il dono desiderato a natale, e nemmeno in qualsiasi altra festa comandata. Cosi' pian piano mi feci ogni sorta di regalo... l'ultimo fu una ferrari nera modello zorro che mi fu consegnata da montezemolo in persona... l'anno prima avevo fatto venire eric clapton a cantare e suonare una versione lenta e bluesy di "in ginocchio da te" di gianni morandi a mia mamma che sonnecchiava sulla sua poltrona sorridendo e forse rimpiangendo la versione originale.
Babbo natale e' un tipo molto distratto, un po' come il suo... datore di lavoro... ma un giorno si accorse di aver perso la carta e la blocco', cosi', non solo non potevo piu' farmi regali "regali", ma sparirono nel nulla anche tutti quelli che mi ero fatto fin li'...
Mi resta il dubbio di essermi sognato tutto... forse potrebbe anche essere cosi'... ma allora perche' mia mamma continua a cantare con voce roca "in ginocchio da te" mimando, nelle pause, dei lick blues con le mani su una stratocaster immaginaria?... e come mai tutti gli anni per le feste mi arriva un mega-maritozzo in un'elegante confezione rossa con sopra il cavallino rampante?... Vai a capire

senza un braccio

quand'ero piccolo la vigilia di natale non si mangiava un cazzo... non ho mai capito perchè... dicevano che era un fioretto, ma io di fioretto conoscevo solo quello di zorro... alla messa di mezzanotte si sentivano chiaramente le pance gorgogliare, il prete pero' secondo me mangiava, perchè sennò non avrebbe potuto bere il vino della liturgia, a stomaco vuoto... io dico che la gente si stordiva col digiuno per favorire lo sballo mistico... una volta ho dato un morso ad una statuina del presepe, pensavo fosse di marzapane... era un mugnaio dall'improbabile facciona rosea... che di palestinese non aveva niente... per anni ha fatto bella mostra di sè nei presepi successivi senza un braccio... uno dei tre re magi, invece, mi stava molto sul cazzo, aveva la faccia smaronata e rimaneva sempre indietro... io pensavo: " se non ci vuoi andare chi ti obbliga?... stai a casa tua e regna tranquillo con la tua mirra, che poi chissà a cosa gli serve a lui, che è nato adesso e quelle robe lì non le capisce..."... dono simbolico, direte voi... già... più o meno come quando a me hanno regalato un gatto silvestro di porcellana... a voi l'interpretazione di questo simbolismo natalizio... in ogni caso vi auguro sentitamente di uscire incolumi dalle libagioni delle feste, quelle gioiose riunioni familiari dove si abbraccia e si bacia con affetto anche il lontano zio appena uscito di prigione dopo aver scontato trent'anni per aver squartato un vigile urbano che lo stava multando per divieto di sosta... auguri... ma guardatevi le spalle

sogliola antisismica

oggi, affinche' anche il nostro quadro lipidico possa essere ripristinato a dovere, ci si siedera' a tavola con grande impegno e dedizione: il mio menu e': simpasto ( l'antipasto e' antipatico) con stelle di natale in salsa e soca... nidi di rognone vintage preatomico... stufato di vigogna ben pettinata... fagioli con cozze e ravanelli di mare mosso... insalatina nebbosa ( misty)... olive all'asco-lana merinos... panettone con uvEtta James e canditi ben scanditi... amarone di maroni dolci... tripla vodka macchiata amaro medicinale giuliani... ... per dosto invece pate' di renna termica e crocchette di sogliola antisismica... topolino meccanico con batteria al litio da inseguire per digerire... ricordiamoci di masticare con arguzia e mangiare con esasperata e plastica lentezza... mio cugino ha il virus intestinale, e con spirito di natalizio altruismo lo condividera' con tutti... appetita juvans... bring it on!

altruismo di massa

ma vai a capire i mezzi di informazione... c'e' chi dice di aver visto babbo natale vagare sul raccordo anulare in borghese cantando i migliori anni della nostra vita... chi lo da per perso sul tavoliere della puglia nel vano tentativo di apparecchiarlo... chi lo da in una clinica nel connecticut per liberarsi del gifting compulsivo... boh... sotto casa mia stamattina c'era una renna che brucava carta da pacchi... secondo me lui ha preso un last minute ed e' volato a cuerna vaca, in messico, dove si ritira ogni anno per preparare il workshop che tiene abitualmente dopo pasqua a bologna nel parco della montagnola... dal titolo: "Altruismo di massa ed aeroviabilita' notturna"

tra natale e capodanno

i giorni feriali che intercorrono tra natale capodanno sono strani... ci sono, al tempo stesso, l'inerzia delle libagioni e delle relative digestioni dilazionate in comode rate mensili, l'ansia di riprendere a fare le cose normali di sempre con in testa il ronzio del rimorso di aver sbagliato quasi tutti i regali... quella strana sensazione di straniamento che ti provoca l'aver addosso il bel maglioncino nuovo che t'hanno voluto cucire addosso nonostante sia stato disegnato da un surfer californiano... Il sentirsi risucchiati in un imbuto che implacabilmente portera' alla notte di capodanno, con i suoi brindisi velati di commozione ed i suoi alienanti trenini di samba subito dopo il valzer dell'addio ad un anno che ha fatto del suo meglio per romperti i coglioni e regalarti momenti di felicita'...
In questi giorni, tra santo stefano e capodanno, si pensa a quello che c'e' di diverso dagli altri anni, ci si guarda in giro e si perde l'orientamento, si comincia ad aspettare la primavera, si sta in pensiero per quei tre patacca che devono arrivare entro l'epifania e chissa' ancora dove sono... si cerca di capire perche' i tuoi parenti ti parlano guardando l'orologio, perche' partono a raccontarti la loro vita tre secondi dopo averti chiesto di raccontare la tua... 
Chi e' andato ai caraibi per fuggire a tutto questo se l'e' ritrovato la', con quel fascino stralunato che hanno le cose improbabili... quasi non ci si accorge che si sta cantando white christmas a quaranta gradi e con l'eritema solare...
I giorni feriali tra natale capodanno io vorrei passarli con mio cugino, che sa tutto della vita, delle cose umane terrene e oltre, vorrei chiedergli se sa anche cosa succederebbe ad uno che prima delle feste si fa ibernare per saltare le libagioni, il maglioncino, il trenino... ma lui mi risponderebbe ancora una volta in modo originale, dicendo che lui ha sempre trovato molto sexy la befana...

swing

lo swing e' una cosa che pulsa e che vive, lascia che tu lo indossi e diventa la tua pronuncia... come tutto cio' che vive puo' essere rilassato, o fremente, sereno o turbato... a volte addirittura incandescente, se si pensa a coltrane con elvin jones... miles con tony william... buddy rich, art blakey... lo swing e' una cosa che puo' finire per possederti, per invadere il tuo modo di muoverti e parlare... diventa odioso quando e' finto ed ostentato... quando lo si prende in mano e lo si guarda troppo, per scoprire che le crome sono vagamente terzinate, ma non sempre... che tutto nasce da una musica pronunciata da neri afroamericani... e' un ibrido, una specie di dialetto ritmico molto complesso ma al tempo stesso naturale come un modo di camminare, correre, trascinare i piedi... non lo si insegna, lo si induce per osmosi, esponendosi direttamente alla fonte... ti accorgi che ne sei posseduto quando guidi e ascolti il ticchettio della freccia... ci aggiungi qualche colpetto sul volante nel disperato tentativo di ottenere figure che ci iniettino vita e swing... ho sentito gente che quando suona sul metronomo riesce a dare swing anche a lui... ne ho sentita altra che quando suona evoca la scansione di un tergicristallo che arranca sul lunotto asciutto... quando c'e' swing c'e' quella sensazione di baricentro continuamente spostato in avanti di un miente, senza affrettare il passo... oppure e' soltanto un vago accento, una carezza di vento leggera che anima il fluire della musica e della vita.
Mio cugino non ha swing, ma ha deciso che nel nuovo anno vorrebbe imparare... io gli ho consigliato di fare domanda per un posto di bidello alla sala prove dove va a studiare bill stewart... e farsi incatenare alllo sgabello ogni volta che lui ci si siede per suonare... oppure giocare a scacchi con jack de johnette...
quando vedo correre un etiope, che poi vinca o no... sento la scansione del piatto... e c'e' un casino di swing... 
io speriamo che me la cavo, visto che vengo da dogana bassa... buon-gior-no..,

infanzia

infanzia
i gesti precisi di mio padre
tre lame di barba
tre ferme carezze di spazzola
tre timidi colpi di tosse sulla porta
tre cambi di marcia per sparire agli occhi
del mio non essere lui
la cenere dalla fessura del finestrino
la strada tutta a memoria
il silenzio dei suoi pensieri
il suo lavoro, le facce bianche, i sorrisi spremuti
il suo lavoro
il suo mondo addomesticato
da una precisione leggera
il suo lavoro
la sua vita spesso immaginata
la sua vita disegnata
i suoi occhiali puliti
le mani da chirurgo
il futuro gia' letto
per tutti e per sempre
infanzia
papa' che ritorna
tre colpi di tosse
papa' che sorride
le cose discusse
Infanzia
l'odore delle cose
messe in fila
da un ordine preciso
come il profumo
del suo dopobarba
infanzia
papa' che mi insegna
che cosa sognare
papa' che sorride
del mio muto osare

universi paralleli

ultimo giorno dell'anno... tutto l'anno andato in un solo giorno... quando si e' lungo la strada di un anno non si pensa a quando finira' nell'imbuto delle ultime ore, come quando si e' in viaggio e ci si concentra su cio' che e' viaggio, prima di essere a destinazione.
Il futuro non esiste fin quando non diventa un po' alla volta presente, prima e' solo un'ipotesi che spalanca porte anche alle fantasie piu' fervide... poi si traduce in giorni, ore, minuti, gesti, azioni, gioia, tragedia... chissa'...
ma se ci pensi bene ogni giorno e' l'ultimo di qualcosa... ogni giorno, ora o minuto, e' unico e irripetibile... diverso per ciascuno di noi... semprw che qualcuno tra i responsabili del grande disegno, lassu' non abbia fatto un backup con l'intenzione di riciclare i nostri vissuti in universi paralleli

2 enne

chiaro che l'ultimo dell'anno ci si fa gli auguri... io mi auguro e vi auguro che abbia avuto veramente due enne... e che cosi' sia anche per il prossimo...

limbo

e' iniziato il duemiladodici... adesso che abbiamo festeggiato spensieratamente e ci abbiamo dormito sopra e' ora di guardare in faccia la realta', che di solito esagera col trucco pur di apparire come vuole lei... sappiamo tutti che questo e' stato l' ultimo capodanno... il mondo finisce nel duemiladodici, allora un po' di consigli pratici da parte di mio cugino (che c'e' gia' passato), quelli che riguardano l'afflato mistico li lasciamo a chi e' piu' qualificato... allora: prima cosa... ricordarsi di chiudere la valvola del gas, se non si vuole pagare bollette esose per tutta l'eternita'... chi ha sky disdica gia' da ora l'abbonamento, perche' quelli non demordono e ti trovano anche nell'aldila' proponendoti pacchetti aggiuntivi con tutte le partite dei gironi di qualificazione dell'inferno se sei stato cattivo... se sei stato buono ti becchi tutti i play off di CLOUDball... se uno suona la chitarra e' meglio che lasci perdere e si metta il cuore in pace perche' se va su gli tocca accompagnare i cori degli angeli che sono sempre in tonalita' astratte che quando le hai beccate se ne vanno subito verso qualcosa di ancora piu' astratto... se va giu' e' difficile che a quelle temperature lo strumento tenga l'accordatura... poi... salutiamo ogni giorno i nostri parenti come se fosse l'ultimo, evitando cosi' che qualcuno di loro possa covare un rancore eterno verso di noi dopo il trapasso... infine... per il viaggio portatevi il mio libro e, soprattutto, non prenotate voli charter, perche' quelle carcasse fino l'aldila' non c'arrivano e rischiate di naufragare nel limbo, dove tutto e' cosi' scialbo e non si sa mai cosa mettersi...