martedì 11 dicembre 2012

sportelli bancari


amo leggere tutto quello che entra nel mio campo visivo, e mi piace pensare che dietro ogni frase scritta su qualcosa ci sia il frutto dell'impegno e dell'ingegno di una o piú persone...
ad esempio stamattina su una macchina da caffé ho letto:
"Il caffé, quello buono, si beve solo al bar"
frase assertiva scritta peró con una font un po' melliflua e vagamente dolente. Immagino colui, o colei, o col
oro che l'hanno pensata, progettata, scritta e riscritta forse piú volte per arrivare a questa forma elegante che suona peró come qualcosa che non ha il sapore del caffé...
mio cugino é uno che prende tutto alla lettera ed ascolta molto i consigli che trova scritti in giro... da ragazzo in autostrada aveva visto scritto sui pilastri di un cavalcavia "Dio c'è"... ne ha preso atto ed è andato alla Autostrade SPA per convertirsi...
lui dalla frase scritta sulla macchina del caffé avrebbe dedotto che va bene anche se te lo porti da casa in un termos e lo bevi al bar...
buongiorno
adoro il caffé, ma ditemi perché devono tostarlo per forza sulle torri... noi qui ne abbiamo tre ma non producono niente... potremmo affittarle al signor Illy, o al cavalier Lavazza, prima che ci mettano sportelli bancari

someone to comfort me


é bello avere parole di conforto per un amico e sentirsi rispondere con dolcezza:"... quello che mi dici é... confortevole..."
Allora lo abbraccio e penso che si sia trovato comodo e a suo agio nelle mie parole, magari non ho detto cose che già non sapesse, peró erano confortevoli, ben arredate ed accoglienti pur senza sfarzo ed appariscenza... erano parole di... Confort
buongiorno
" bug all my wo
rds come back to me
in shades of mediocrity
like emptyness in harmony...
I needn't someone to comfort me..."
(Paul Simon)

la magia della radio


la magia della radio... voci che ti sembrano piú vicine, piú a fuoco che se fossero lì... capaci di evocare, con i loro contorni in controluce, dai bagliori ora soffusi ora affilati... musica che magari non avresti scelto, ma che dopo averla ascoltata sicuramente avresti voluto aver scelto... storie raccontate solo con il gesto antico del suono di ogni parola...
la radio mi fa compagnia, diceva mi
a nonna ombrina, che sapeva raccontare, ed ascoltare... 
quando mi capita di ascoltare alla radio un brano che amo, e conosco bene, mi si porge all'orecchio in modo diverso... non so perché ma é come se lo leggessi in un libro... la radio é figlia della letteratura... ha una sua linfa di suono... quando scrivo uso spesso i puntini di sospensione per imitare il riverbero delle parole alla radio...
il cinema ė figlio della fotografia, mentre la televisione è figlia della radio... spesso figlia degenere, perché ne ha dimenticato la leggerezza e l'intensità... perché nel voler a tutti i costi mostrare ogni cosa attraverso la potenza di un cocktail multimediale spesso si neutralizza tutto...
la radio è invisibile, ed ha la forza delle cose invisibili: parole e suoni dove le immagini ce le metti tu, belle o brutte che siano...
le pagine di letteratura alla radio ti arrivano come da una voce interiore, come quando leggi... 
quando ero ragazzo c'era il mito delle radio libere...
una radio è libera se sei libero tu...

fisarmonica addosso


ci hanno insegnato che si deve sempre tenere un occhio alla via d'uscita... e così capita di attraversare scampoli di paradiso pensando sempre a come uscirne...
m'ero addormentato, sognavo di suonare la fisarmonica... mi arrampicavo su cadenze solenni, poi modulavo con guizzi leggiadri su melodie arcinote a tutti tranne che a me... mi veniva tutto così bene... guardavo le mie dita muoversi con vir
tuosismo su quello strumento così capace di prendere in braccio la gente e portarla dove vuole andare, vestita a festa e con un lampo di danza nei passi...
poi ho cominciato a pensare... cazzo ma quando smetterò non so come si poggia a terra questo strumento... e nemmeno come si toglie dalle spalle... così la musica ha cominciato a perdere quota, e mi sono impantanato in un tico tico che diventava sempre più lento e sfibrato, fino a planare in quattro note sfiatate... 
la gente mi guardavo come fossi un icaro che s'era bruciato le ali da solo...
sempre così, nella vita...

adesso c'ho ancora sto cazzo di fisarmonica addosso, e vorrei dormire

Il futuro immaginato


ogni giorno facciamo tante piccole cose non sapendo quali di queste avranno piccole conseguenze in bene o in male sul nostro futuro... tanti piccoli fattori variabili intervengono sui risultati: l'interazione con gli altri e col mondo, sfida, fortuna o esoterismi vari tra cui regna sovrano il destino, che poi nessuno sa cos é, ma da qualche parte ci dev'essere pur qualcuno a cui dare meriti e, sop
rattutto, colpe.
Il futuro, quindi, spesso ci sorprende con guizzi che somigliano molto a quelli del caso...
Il futuro immaginato, invece, lo dipingiamo e lo ritocchiamo continuamente... è il nostro quadro mai finito; quello di cui tratteggiamo luoghi e personaggi ben a fuoco... quello che però spesso si nasconde e ci provoca ansie...
mio cugino ha progettato per mesi un viaggio in Australia, poi s'è perso nel tunnel carpale e non può partire...
lui dice che non può vivere senza progettare il futuro, gli riesce difficile non spostare in avanti il baricentro del presente, e si veste sempre come fosse domani...
buongiorno
"... smokin', drinkin', never thinkin' of tomorrow..." (Duke Ellington, Sophisticated lady)

inner mist outside


la nebbia torna... anche quando per un po' ci avevi visto chiaro, lei prima o poi torna. E ti avvolge i pensieri in quella sua malinconica ovatta, la stessa con cui attenua i contorni dei suoni e degli odori... la stessa con cui toglie un po' di linfa ai colori...
però a volte è utile trovarsi dietro un velo e sospendere la visione nitida e luminosa... da bambino pensavo che la nebbia fosse un mor
bido cuscino, le camminavo incontro fiduciosamente... poi una volta mi sono ritrovato con un po' di sangue sul naso, e ho cominciato lì a capire che la fiducia ha un prezzo...
mio cugino quando c'è nebbia s'incazza, perchè è l'unica cosa che fa perdere l'orientamento agli alieni che vengono a trovarlo... hanno strumenti sofisticatissimi, ma con la nebbia è un casino anche per loro... nonostante i loro calcoli si ritrovano ad atterrare sempre alla cava dei balestrieri, e tutti sappiamo che da lì raramente si esce illesi... io ad esempio st'estate dopo un concerto ci ho rimesso un dito... e non c'era nebbia...
buongiorno
inner mist outside

revisione scaduta


di fronte ai grandi interrogativi dell'esistenza l'umanità si é sempre arrovellata per trovare certezze... risposte che rimandino ad un senso finale... si deve fare un cammino per arrivare da qualche parte a parcheggiare l'anima... poi magari scopri che ci devi pagare su le tasse, e che ti conveniva anelare ad un paradiso fiscale, e che anche li ci sono anime che possono parcheggiare in divieto di
 sosta, o in doppia fila...
mio cugino dice che gli alieni ci sono andati a vedere il paradiso, ma non hanno trovato da parcheggiare, ed è subito arrivata un'entità a fargli la multa prrchè avevano la revisione scaduta... poi uno di loro ha esibito un pass laser che non ha funzionato... allora li hanno messi in attesa con sotto una musichetta di mozart... dopo un pò hanno scoperto che quello lì era il limbo, e si son messi a fare il gioco dell'asticella... 
la vita in fondo è così
buongiorno
looking for a quiet parking

una foglia che cade dall'albero


una foglia che cade dall'albero pensa che quello sia il tanto temuto ultimo volo... prima danzava in aria e non temeva i temporali perchè sapeva di essere saldamente attaccata all'albero... che rigenerava la sua linfa mentre il sole prima o poi arrivava ad asciugarla...
invece, una volta strappata a terra, prima di dissolversi, verrá sbattuta in giro dalle folate, calpestata dai piedi e dal disord
ine, dall'inerzia a cui sono destinate le cose andate... e questo spesso dura a lungo.
Quando guardo quei cumuli di foglie brune ed accartocciate su sè stesse che stanno lì a farsi compagnia sento i loro racconti sul verde andato, e su come quello di oggi a loro sembra un verde diverso, che faticano a capire...
io vorrei che mi si raccontasse ogni verde, ogni volo, ogni disordine ed inerzia...
io vorrei dedicare questo pensiero a mia nonna Ombrina, ai miei genitori, a Tunèin... e a tutti gli anziani delle panchine

arriva sera


arriva sera,
che non si cura di cosa c'era,
figlia di un giorno o di una vita intera,
come una voce cara, o una lacrima nera,
figlia di un pianto o di una chimera,
lei che vegliava me,
chiuso in galera,
io che la cercavo,
unica cosa vera

cari i miei amici cantautori


cari i miei amici cantautori... io vi stimo moltissimo, perché un buon cantautore deve saper leggere, scrivere e far di canto... gente intelligene quindi... infatti il primo vero cantautore della storia fu Immanuel Kant, il quale, prima di diventare filosofo aveva provato come kantautore, ma i suoi testi suonavano un po' troppo come un... imperativo categorico..."

una mappa


ci serve sempre una mappa, per sapere dove andiamo...
molti credono di averla...
molti dicono di saper navigare a vista, tenendo i sensi sempre all'erta, ed affinando i tempi di reazione...
molti sanno quando partono, e da dove partono...
molti sanno quando arrivano, e dove arrivano...
molti sanno di sapere, ed è tutto ciò che sanno (cit. O.Wilde)...
molti sanno di non sapere, e citano un filosofo greco...
molti sanno chi sono, e chi non sono...
molti sanno ciò che vogliono, e ciò che non vogliono...
Io imparo dai bambini, che ancora non si pongono il problema... e dai vecchi, che non se lo pongono più...
sono lento ad imparare, ma tenace...
sono svelto a dimenticare, ma tenace nel ricordare...
Io sto fermo.
Ho stracciato la mappa.
Viaggio da fermo.
So che da qualche parte ci sei...
E ti aspetto
"

prossimo al silenzio


sono a Cattolica, vicino al mare, quindi vicino a qualcosa di prossimo al silenzio... sto aspettando in un bar gli altri musicisti... alla radio hanno detto che uno tostamemte famoso tra qualche giorno romperá dopo cinque anni il silenzio discografico... peccato... si stava così bene qui... ma perchè cazzo a rompere il silenzio tra pochi giorni non è un nuovo disco di Bill Evans, così sublime a da
re forma al silenzio?... e perchè cazzo all'autogrill c'era un cumulo di libri scritti tipo soap hard da una ex casalinga che scrive peggio di mia madre?... perchè mamma non mi hai messo al mondo quando negli autogrill c'era accumulato il Viaggio al termine della notte di Celine?... e quando a rompere il silenzio assordante della mitraglia era Dimitri Sostakovic?... 
cara mamma non ce l'ho con te... tu mi hai regalato il silenzio più profondo, poi mi hai regalato la chitarra, così che anche io potessi contribuire ad uccidere un po' di silenzio... ma sai com'è...

accanto a me c'è un turista


accanto a me c'è un turista appena sceso da una di quelle macchine che già loro vanno in giro con la faccia sempre stupita... guarda in alto, si guarda attorno, guarda me e mi saluta cordialmente (ma dentro si chiede che cazzo ho da guardarlo guardare)... ha gli occhi pieni di cose mai viste, mima alla sua compagna, con le dita della mano destra, lo svettare delle tre torri nell'azzurro velato di 
nebbia...
io gli rubo per un attimo gli occhi per cercare di guardarle come mai viste prima, ho l'illusione di riuscirci... 
anni fa risalivo la superstrada in macchina con Don Thompson, straordinario contrabbassista di Toronto/New York... mi fece accostare, scese, guardò piegando il capo, risalì in macchina e mi disse... first time I see three towers in the sky...
guardai anch'io con lui per un attimo, coi suoi occhi...
cose mai viste...
la prima volta che suonai Bach c'era un ritornello che rimandava più volte all'inizio, ogni volta mi sembrava una cosa mai suonata prima... ci sono cose che hanno il potere del mai visto prima... 
i bambini hanno gli occhi del mai visto prima...
e gli anziani hanno il potere di trasformare in mai visto tutto ciò che hanno già visto, perché guardano con gli occhi della memoria...
mio cugino però dice che non c'è alcuna possibilità che le nostre tre torri siano state progettate da Johan Sebastiano Bach...
buongiorno
just like first time I saw you

una vera idea


una vera idea è qualcosa che prende forma in un istante imprecisato dentro di te... puoi soffocarla con niente, franandole addosso decine di pensieri urgentemente vacui, oppure coltivarla con estrema cura alimentandola e dandole un posto privilegiato nell'andirivieni dei pensieri della giornata, facendola crescere fino a diventare in poco tempo un'ossessione...
io adotto una terza via: la lascio l
ì, non me ne curo... se vale qualcosa troverà da sé nutrimento e tepore dentro di me...
anni fa ho fatto un disco che ho chiamato "RampiCanti"... ho chiamato così dei temi che avevano germogliato dentro di me spontaneamente, poi lasciati lì a vedere se resistevano alle insidie dell'oblio, della noncuranza, dei grumi del vivere...
sono cresciuti aggrappandosi dove potevano, come piante rampicanti, e il loro valore per me era tutto lì... allora li ho scritti e registrati con un gruppo di straordinari amici musicisti...
mio cugino dice che quando le nostre idee non sopravvivono è perché ce le rubano gli alieni, che poi le salvano in un data base climatizzato... mah...
buongiorno
Something deep inside yourself is growin' up... don't care

il cammino delle tue dita


registrare è come tracciare una linea con il cammino delle tue dita... quando eri giovane cercavi un camminare preciso e pulito, dopo tanti anni non ti curi più del piede messo giù un po' storto, dell'incespicare, del peso equo sulle gambe... sai, se lo sai, che quello è il tuo modo di camminare, la tua più o meno inconfondibile andatura... il tuo piegare il capo per vedere meglio il cammino degli
 altri... la tua sensazione di leggera fatica che ad ogni passo può lasciare il posto all'illusione di volare, che sta dietro ogni cosa che facciamo...
qui a Pesaro il cielo è come avvolto da un guanto bianco che lo contiene in trasparenza, quasi come lo volesse lasciar cadere da un momento all'altro... un piccolo salto e voli...
buongiorno
well identified flying object is coming... take a jump

una bandiera che è rimasta tinca


che i confini tra i paesi non esistono l'ho scoperto da piccolo... quando con poche pedalate passavo di là, in Italia, il vento che avevo sulla fronte era lo stesso...
le nuvole non si curano dei confini, e nemmeno gli uccelli in fuga dalle piogge e dai cacciatori...
in quegli anni c'è stato lo sbarco sulla luna, con il povero Neil Armstrong che ha messo giù il piede e non c'era nessuno, nessun co
mitato di benvenuto e nemmeno uno straccio di buffet, oppure magari i cannoni laser ad annientare la pattuglia terrestre... invece niente... hanno piantato una bandiera che è rimasta tinca... avrebbero dovuto portarsi dietro un po' di vento, forse...
sono rimasto deluso, io, che volevo diventare un astronauta... invece sono rimasto un ciclonauta, nemmeno troppo convinto, perché avevo in tasca il passaporto che mi ero disegnato con cura e nessuno me lo chiedeva mai... questa estate però alle due di notte mi hanno fermato al confine e mi hanno chiesto quanti soldi avevo in tasca...
chissà quanti dollari aveva in tasca Neil Armstrong?... e chissà quanto ci avrebbe perso in un eventuale cambio con la valuta lunare corrente?...
anche se avesse avuto miliardi di dollari in tasca non sarebbero serviti a niente perché non c'era un cazzo di nessuno, neanche il più sfigato dei bar...
buongiorno
fly me to the moon and let me play among the stars

e mi basta


steso in diagonale sul letto
indosso un pensiero a caso
tra quelli già fatti
sfiniti
sfilacciati
fatti a pezzi
dal buon senso del giorno...
lo affaccio alle parole
mi sveglia
mi gratta la gola
non ha pretese su di me
lo lascio uscire
lo guardo...
e mi basta

la prima cosa del mattino


la prima cosa del mattino può essere un timido chiarore oppure un abbaglio che ti fa strizzare gli occhi... 
la prima cosa del mattino può essere una parola, una carezza, una virgola di gioia improvvisa al pensiero di qualcosa che ti aspetta... oppure il boato soffocato di un timore, di una paura che ti ha camminato dentro anche nei sogni... 
la prima cosa del mattino può essere tutto questo ed al
tro ancora...
Io voglio che sia il silenzio di una parola che ti dici, dentro...una parola magica... una password di zero lettere che in realtà non è che la parola zero di tutte quelle che dirai e ti dirai, che scriverai o non scriverai... che ricorderai o dimenticherai... la prima del giorno a venire e l'ultima della notte andata...
buongiorno
words are like silent ants

di un Natale più giovane


ben oltre un mese dopo si accorse che il Natale era passato, sbadatamente lui non non aveva visto nulla... addobbi luminosi, folle di gente, cori, Santa Claus che ti pulisce la canna del camino col sedere... niente... niente pranzi e cene in famiglia, niente di niente... 
tornato a casa trovò auguri obsoleti nella segreteria telefonica, bonifici scaduti, lettere con buoni propositi ormai in prescr
izione, appuntamenti mancati clamorosamente, la sua donna che gli giurava eterna indifferenza...
insomma tutto come prima, niente di diverso...
solo, a ben guardare, la gente attorno lui sembrava più vecchia...
lui no...
lui era di un Natale più giovane.
Buongiorno
begin to jump far away

universi in discesa


mio cugino ha incontrato una fanciulla dagli occhi vispi, e camminando in discesa lungo la costa del Santo le ha promesso le chiavi del suo universo... lei le ha accettate di buon grado, ma, come fanno le fanciulle avvedute, ha detto che non le avrebbe usate, non ce n'era bisogno... mai accettare universi da uno appena conosciuto in discesa... in discesa son buoni tutti a promettere universi... al
 ritorno, su quella ripida salita lei però non ha resistito, lo ha baciato di sbriscio, ma intensamente, poi ha usato le chiavi per aprire le porte del suo universo e dare una sbirciatina dentro... 
niente...
le chiavi non aprivano...
gli alieni avevano già cambiato la serratura...
allora mio cugino le ha proposto tutto sè stesso, ma la ragazza ha sorriso ed ha detto che son buoni tutti a proporre tutto sè stessi in salita, con la mente obnubilata dalla fatica... 
Cosa ci insegna questa storia?...
Se non si vuole diventare parte di "una stirpe condannata a cent'anni di solitudine" (cit. GGMarquez) meglio promettere poco, e soprattutto... farlo in pianura...
Buongiorno
stay still, anyway

Little Wings


Da piccolo mio cugino s'era costruito un paio d'ali bellissime, con grande cura nelle cangianti sfumature di colori... un giorno è salito sul terrazzo dell'avvocato, nessuno ci poteva salire, lassù, perché per scendere si doveva passare proprio davanti alla finestra. Ma lui sarebbe sceso planando, e già che c'era avrebbe fatto anche la trasvolata della superstrada.
Allora ha spiegato le ali al vento, ma lui non ha capito... in un frusciante vortice color pastello mio cugino è rovinato al suolo.
Tra le tante fratture riportate era quella del suo sogno, a dolergli di piú...
buongiorno
last night we had a lot of fun playng "Little Wings"...

volo di folaghe


mi piacciono quelle musiche che sono come un volo di folaghe... sanno dove andare ma sembrano mai avere fretta... lente a levarsi e pigre a risolvere, come i lunghi temi di Mahler... Mingus... Billy Strayhorn... come le songs di Joni Mitchell... 
sembra che la loro forza sia nella capacità di stare in aria senza fatica...
mio cugino in giornate come queste si dedica al parapendio... dice che quando c'è il sole son buoni tutti...
lui s'era buttato da molto più in alto di Felix Baugmarter, ma proprio quando era già in vista del promontorio di Gabicce l'hanno rapito gli alieni per il periodico tagliando che gli fanno... così della sua impresa non é rimasta traccia... 
buongiorno...
stand still on a cloud...

indebitata per sognare


appartengo ad una delle tante generazioni di gente che si è indebitata per sognare, e nonostante questo continua a pensare che si doveva sognare di più... 
il mio sogno era un posto dove la musica potesse entrare sempre, senza chiedere permesso, senza svilirsi, doversi adattare a connotati che la portino fuori dal baricentro di ciò che la sostiene... 
il mio sogno era che quel posto diventasse tut
ti i posti...
sognare è chiedere troppo? Sognare l'irrealizzabile, sognare l'insognabile, l'insostenibile alla luce diafana del buon senso comune?...
Sì, sognare è questo.
Quando avevo sedici anni ho visto Max Roach prendere il caffè al bar a Serravalle... Don Cherry ballare con sua moglie sotto i portici a Borgo... Carmelo Bene indicare qualcosa in aria ad un vigile in piazza a Dogana... in biblioteca di stato ci sono tre strumenti del grande liutaio Capicchioni, famoso in tutto il mondo... poi ci sono le firme sul registro d'iscrizione ad un concorso letterario di gente come Pasolini, Vittorini, Montale, Rainer Maria Rilke... 
poi le orchestre sinfoniche alla cava dei balestrieri... al teatro turismo il grande flamenquero Paco Pena con un cantante che si chiamava El moro de Sevilla, due basette esagerate che oggi magari andrebbero di moda...
vabbè... sogni... ma era vero, tutto vero, però sogni.
In quel posto che sognavo c"era gente che sapeva sognare, ma soprattutto sapeva continuare a sognare, sempre...
ci ho messo un bel po' a capire che posti del genere esistono sempre, da qualche parte nel mondo...
io pago ancora le rate dei sogni fatti, ma rilancio...

ci son quelli che vanno via dritti


poi... ci son quelli che vanno via dritti, che non si spettinano nemmeno al Ventoso, quelli coi piedi per terra e lo sguardo vigile, col fischietto in si bemolle... quelli che se ti dicono una parola è quella... quelli che hanno una parola sola, e con quella ti spiegano anche l'Ulisse di Joice... quelli che ti guardano sempre dove non ti sei rasato bene, che ti regalano pillole di saggezza senza r
icetta... quelli che sanno le strade sicure per arrivare in posti che conoscono solo loro... quelli che saldano sempre i debiti con la fiamma ossidrica, quelli che sanno sempre le cose prima e dopo non le sanno più... 
quelli che ti dicono che tutto è legato ad un filo sottile che da una parte lo tengono loro, e dall'altra lo tiene Dio... quelli che hanno sempre le scarpe intonate anche nei registri più acuti, e le lucidano tutti i giorni con la stessa tinta che usava Pavarotti...
quelli che conoscono bene tuo padre, e un giorno di questi te lo presenteranno... 
quelli che dicono che tuo cugino è fuori di testa, mentre loro sanno parcheggiare di coda ad orecchio... quelli che hanno l'orecchio assoluto e l'olfatto relativo... 
quelli che conoscono i tuoi talenti nascosti, e un giorno se non te li ritrovi sai a chi dare la colpa...

seminate a grano


porto i bambini a sedersi e guardare... colline intere seminate a grano...
perchè non manchi il pane;
alberi, qua e là,
che abbiano attorno spazio...
alberi con tante foglie,
e un gran disordine di frutti
ogni frutto è una parola...
il vento agita i rami,
ogni folata una frase...
ogni albero una storia, se vuoi...
sempre diversa,
dico loro di cogliere quei frutti,
con gli occhi...
sanno farlo, da sempre...
storie come ciliegie susine melograno marmellata...
sanno farlo, ma non devono dimenticare...
le storie più belle son quelle
che scrivi se non ha dimenticato
le vallate e i frutteti che ti sono stati raccontati...
disegnati a parole col pennello degli occhi semichiusi...
mio padre mi diceva che se guardi una cosa con gli occhi semichiusi...
diventa un quadro...
Tunèin dice che da quando non vede più bene i conti gli tornano...
mia nonna Ombrina diceva che i suoi angioletti, i suoi figli morti piccoli, la notte, senza far rumore, le mettevano in ordine la stanza...
e il suo disordine era per farli tornare.
I miei figli, da piccoli disegnavano sul pavimento bianco con i pennarelli...
avrei voluto fossero indelebili,
e lo sono...
intere vallate seminate a vita come grano... e frutti ancora da conoscere...
questo sono i bambini

pongo


non mi pongo mai il problema, preferisco la plastilina, o il Das

Io, che mi guardo i piedi


le ore, a non passare mai, un camminare piano di lancette a rincorrersi e mai trovarsi.
Il tempo, a sgretolarsi lentamente, frantumarsi in manciate di farina, ogni grano un istante di vita andata... persa via dall'andirivieni di gente infreddolita alla stazione.

Io, che ti guardo dormire sulla mia spalla... 

tu, che non trovi la posizione, come non l'hai mai trovata, comoda, dentro la mia vita.

Io, che ti sposto i capelli dagli occhi, che ti rimbocco la sciarpa sul viso...

tu, che parli piano il mio nome in un mantra distratto, come a cercarlo... come a cercarmi...

Io, che mi lascio sfuggire una nenia, poche note, orfane di parole, della nostra canzone, un tempo...

tu, che per la farina di un istante riapri gli occhi a cercarmi com'ero, un tempo...

Il treno...
che arriva come fuggito da un'altra città, e si guarda indietro, a dimenticarla...

tu, che sali, e ti porti via il mio nome, a dimenticarlo nella nebbia...

io, che resto giù, con l'impronta calda del tuo viso sulla mia spalla, a guardarmi intorno...

un ragazzo, con lo zaino pieno di ore e di lancette, corre verso me, e passa oltre... è il figlio che tu un tempo desideravi, e che mai ho voluto darti...

Io, che mi guardo i piedi...

tu, che stampi la mano sul finestrino

mandragora


forse da piccolo, giocando nel canneto, ho ferito il nervo ad una mandragora, ed ora mi chiedo se suo è quel lamento di voce che anima le mie notti ed i miei risvegli... no, non lo è... è la mia vicina di casa che predice il futuro al suo cane, ignorando che loro hanno il privilegio di non averlo, e quindi di conoscerlo già...
buongiorno
future don't care...

casualmente tuo



Vorrei intenzionalmente incontrarti per caso in quel piccolo bar dove tu casualmente capiti spesso. Se così fosse ti direi tutte quelle cose mai dette che conosci già a memoria, e te le direi in ordine intenzionalmente casuale. Poi alla fine ti chiederei, nel caso fosse tua intenzione, di passare il resto della tua vita con me... non intendo tutta la vita, solo il "resto"... quelle ore qua e là ch
e avanzano, e non si sa che farne...
Ma non preoccuparti, non dovresti dire nulla lì per lì, non si prendono decisioni per caso... mi aspetterei solo, in seguito, due tue righe in una mail con le quali potresti darmi una risposta, tacendo per iscritto...
casualmente tuo
R.

biro biro


ho incontrato Tunéin dopo un bel po' di tempo... t'zi stè só dès?... t'ha nè ncoura fníd da'ndé sunè cla fisarmonica ma c'al burdèli?... 
gli ho detto che non suono la fisarmonica, ma lui sembra non recepire... ui'é un che el sona la fisarmonica, l'avrà nuvent'an ma el sona ancoura... ui screcca un po' al dèdi, mo' è va... una volta é suneva tot c'al robi merichéni, ma adès un's'arcorda più un caz... e sona snà la cucaracia... biro-biro-biro... t'è capì?... la vciàia l'è bróta... dal volti us'andurmènta sora la fisarmonica e quand'è c'us svegia e sòna un'enta roba cun's capès un caz... però l'è brèv... 
buongiorno
Tunèin non s'è candidato, ma io voterò lo stesso per lui...
have a nice day

cambiare posto alle parole


mi è sempre piaciuto cambiare posto alle parole, e vedere cosa succede... 
da piccolo mia mamma mi diceva che le cose da fare si devono fare "tutti i santi giorni"... allora io mi chiedevo quali fossero i "giorni santi"... mia sorella, che è sempre stata più esperta di me in ste cose, mi diceva che i giorni santi erano le domeniche e le feste comandate...
però mio padre sentenziava che quelli che 
si riducono ai giorni di festa per fare quello che devono fare sono dei "lavativi"!!! (gente molto pulita, ma senza impegnarsi)...
così, stretto in questo doppio vincolo, io le cose che dovevo fare non le facevo... era bastato cambiare posto a due parole...
mio cugino dice che gli alieni hanno una sintassi talmente evoluta che se sposti le parole loro tornano a posto da sole, così non si perdono dietro alle interpretazioni e gli rimane tempo per andare in giro per le galassie a rapire e studiare la gente per bene...

dervisci rotanti


diversi anni fa a Pescara suonavamo in un club con Tony Scott e Giulio Capiozzo, al contrabbasso c'era Stefano Travaglini... (chissà, forse Stefano si ricorda il nome di quel posto?)...
ad un certo punto Tony chiamò un pedale di RE, e Giulio prese un groove ipnotico, che poi ad un certo punto sfociò in uno di quei suoi assoli mozzafiato.... 
Tony, mentre si suonava, ci diceva mille cose: istruzion
i, commenti, ed altre cose... ci disse che quello che stavamo facendo era un suo brano dedicato ai "Dervisci rotanti"... quei sufisti (non surfisti) che danzano ruotando su sé stessi fino ad andare in trance di brutto... 
gran bel pezzo... Tony era uno che al suo primo disco aveva come sezione ritmica il trio di Bill Evans... e Giulio era Giulio... ci manca, cazzo... 
insomma io stanotte ho sognato i dervisci rotanti, ed ho avuto un'illuminazione...
loro sono giunti al massimo grado di autocontrollo, e quando gli girano le palle anche loro si mettono ruotare... così le loro palle stanno ferme, at last...
buongiorno
turning around...

PsycoSauro


ho letto il manuale di zoologia fantasica di Borges e Margarita Guerrero... e allora mi ci butto anch'io, why not?...

lo PsycoSauro era quello, tra i grandi rettili, dotato di maggior autocontrollo... temperamento mite ma assertivo, si aggirava osservando con attenzione la crescente fobia che andava diffondendosi rapidamente anche tra i sauri più cazzuti. Da tempo ormai non si parlava d'altro se 
non di una catastrofe imminente... c'era chi parlava di sconvolgimenti sismici, chi di glaciazione... erano via via scomparse le mezze stagioni, e neanche i velociraptor sapevano più come vestirsi e in che direzione correre.
Frequenti erano i crolli di autostima tra i carnivori, ed i repentini cambiamenti d'umore erano all'ordine del giorno anche tra i colli lunghi... sindromi depressive e bipolari inducevano gli stegosauri ad assumere comportamenti ossessivo-compulsivi...
lo psycosauro , benchè non avesse il dono della parola, indulgeva spesso in lunghe chiacchierate sia con sè stesso che con gli altri sauri di ogni specie... nessuno lo divorava, perchè poteva tornare utile da un momento all'altro a chiunque...
stava giungendo ad elaborare una teoria cognitivo-comportamentista della mente saura quando s'è estinto per eccesso di altruismo... 
il resto è... preistoria.

Troveró il mio posto accanto a te


Troveró il mio posto accanto a te, e mi siederó... insieme guarderemo il cielo tenendoci la mano... ci diremo cose mai dette a nessuno... tu mi dirai dei tuoi cieli bui, e di quelli d'azzurro feroce... io ti diro di me, e delle mie ore come virgole al passare dei cieli e dei colori... poi, alla fine, tu mi chiederai perchè non mi sono seduto prima accanto a te su quella panchina, e io, alla fine, 
solo alla fine, ti diró che c'è un tempo per aspettare ed uno per sedersi... soprattutto se ha piovuto per mesi, forse anni... ed io, a differenza di te, non avevo ombrello e pantaloni impermeabilizzati...
tu allora mi dirai che un vero amore non è solubile nella pioggia... vabbè cazzo cosí non vale... e proprio mentre sta ricominciando a piovere di brutto io ti diró che non sono pronto per un amore anfibio...
allora ci alzeremo, e andremo via, ognuno per la sua strada... senza sccorgerci delle tante panchine lì intorno al riparo dalla pioggia, asciutte, ospitali, anatomiche...

sai quando scrivi una cosa


sai quando scrivi una cosa e non ti vengono le parole?... ne provi una e non va, ne cerchi un'altra e la butti via, poi un'altra ancora, stessa cosa...
alla fine, a terra, vicino ai tuoi piedi, c'è un bel mucchio di parole scartate, non scelte, ripudiate... sconfitte...
ecco.
Io con quelle parole voglio farci qualcosa, come uno di quei piatti con gli avanzi... come uno di quei gruppi di gente che 
è rimasta giù dal treno, e sta lì ad aspettare il prossimo... poi magari nascono amicizie, amori, storie clandestine da romanzo, oppure niente, indifferenza, chiacchiere di circostanza...
ecco.
Io voglio correre tutti questi rischi, e scriverò una cosa con parole di scarto da una canzone d'amore, con parole mai dette, rinunciate in gola, con virgole tolte perchè superflue, con caratteri che ti hanno stufato, con avanzi d'inchiostro in fondo alle penne, con l'ultimo rimasuglio di slancio, di gioia, di entusiasmo...
ecco.
Io voglio usare tutto questo... 
ma... qui dalle mie parti, proprio adesso, è passato il vento... un vento avido... il vento parla tutte le lingue, e dice tante cose, s'è portato via tutto, mi ha lasciato solo due sfigatissime parole, trite e ritrite...
volevo scriverti un poema ecosostenibile, ma ho solo queste due parole... ah no, ci sono anche tre trattini bassi... uso anche loro:

_TI_AMO_

lunedí post elettorale


lunedí post elettorale... mio cugino dice che gli alieni sono molto attenti alle sorti politiche di San Marino... dice che a loro da piccoli fanno leggere a scuola il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, devono saperlo tutto a memoria... devono sapere che i potenti sanno come far cambiare le cose perché possano rimanere sempre uguali... ma sanno bene che in realtà nulla rimane sempre uguale, il camb
iamento si insinua e trasuda nelle pieghe atrofizzate dei sistemi blindati, e, finché mantiene intatta la capacità di guardare oltre la logica schiacciante dei principi di causa-effetto, può cavalcare i sogni e non farsi disarcionare... mio cugino appartiene ad una generazione che, come molte altre, ha visto tramontare gli orizzonti dei propri sogni senza ritenersi sconfitta, quindi ha mantenuto intatta la forza di rilanciare... perché, come dice il poeta Fossati... c'é un tempo per seminare, e uno piú lungo per aspettare... ma non bisogna dimenticare di aver piantato i semi, e lasciarli lì a marcire sotto le piogge acide della restaurazione...
mio cugino dice che ieri molti di noi hanno piantato semi di piante che qui non hanno mai attecchito, fino ad oggi... 
bisogna nutrirle con i sogni e non farle morire... bisogna continuare a seminare piante che sembrano aver nessuna probabilità di attecchire su queste rocce (e rocche)...
anche se tutto dovesse tornare ad essere mare ci saranno sempre terre che provano ad avere la forza di emergere... 
mio cugino dice gli alieni si governano da dentro, ed i loro governi non sono che proiezioni di ologrammi interiori... non è molto diverso da qui, allora
mio cugino ha una visione romantica ed idealista del cosmo, bisogna capirlo... ma in queste cose ci crede...
buongiorno
today is something else, anyway...

a volte mi chiedo come posso essere così crudele


stamattina Dosto si grattava pigramente in un prato di nebbia... un tipo gentilissimo tutto ripulito a festa s'è avvicinato e mi ha detto:
- Oh!... un gatto nero in questa nebbia bianca... guardi che roba... porterà male?
Ed io:
- Preferirebbe un gatto bianco nella nebbia nera?...
Ha abbozzato una smorfia di sorriso incerto e se n'è andato... si vedeva chiaramente che stava cercando di raffigurars
i mentalmente lo scenario... 
penso di aver messo in crisi i suoi criteri di dialettica cromatica interiore...
a volte mi chiedo come posso essere così crudele...
buongiorno
colors are just disfunctions of our lifetime's light

per 1


oggi ho già incontrato un po' di gente che rinforza il senso dello slogan che mio cugino aveva creato per una campagna a favore del controllo delle nascite, cioé:
Andate, e moltiplicatevi per 1

always forget, never forget


capita di cogliere perle di candida profondità, innocente delicata armonia interiore... cose che dette dai poeti suonano più finte...
una signora anziana lamentava le gomene dei suoi anni a non so chi; poi all'improvviso s'è girata ed ha incontrato il mio sorriso... ha alzato il mento e m'ha detto: - Lei é un bel giovanottone (!) e non può capire 'ste cose della vecchiaia...
io allora le ho detto 
che era splendida... è che quasi quasi la invitavo a ballare da Coppi.
La sua risposta:
- Guardi... mio marito è morto vent'anni fa... dicevano che era un birichino, sarà anche vero... ma io adesso sono piú vicina al momento di ritrovarlo che non a quello... di dimenticarlo...

Ho avuto un brivido, poi le ho confessato due cose.
La prima: quel brivido.
La seconda: tanto io comunque non so ballare

buongiorno
always forget, never forget

~#%^>


mio cugino da piccolo aveva costruito una piccola casa di legno sul grande ramo più alto di una quercia, si trovava in una striscia di terra che non era di proprietà privata. Nessuno dei suoi vicini di casa poteva accampare diritti su quella striscia di terra, che tra l'altro aveva un aspetto dimesso ed incolto... 
l'architettura della casetta era di foggia estremamente moderna e futuristica, perc
hé lui era sicuro che così, un giorno o l'altro, avrebbe attratto l'attenzione degli alieni. Gli alieni grandi sarebbero andati a studiare il suo vicino di casa, che era un soggetto unico, mentre i loro piccoli sarebbero stati parcheggiati lì, a giocare con lui nella casetta.
Invece gli alieni rapirono lui, con tanto di casetta... dicevano che era unico ed irripetibile, e che la casetta era una grande opera dell'ingegno umano, al pari del Colosseo e della tour Eifel.
Quando, con mio cugino dentro, la riposarono sulla quercia, era stata dotata di ogni sorta di amenicolo tecnologico alieno... perfino l'ologramma di un cane, con tanto di cuccia laser, il cui esotico nome era:
~#%^>
I problemi cominciarono da lì. Quando mio cugino portava ~#%^> a fare la consueta passeggiata l'olocane attirava l'attenzione dei cani terrestri del circondario, che abbaiavano inferociti, perché il suo odore era per loro alieno... 
Questo provocò un casino tremendo, i vicini chiamarono le forze dell'ordine... mio cugino venne portato in questura, e ~#%^> fu rinchiuso in un canile laser dal quale però evase subito... gli ultimi avvistamenti, peraltro di dubbio fondamento, lo davano in un autogrill sulla Salerno-Reggio Calabria...
quanto a mio cugino, per scagionarsi diede la colpa a suo cugino, cioè a me... io però avevo un alibi di ferro, perché
ero in colonia da don Peppino...
buongiorno
tales never end

la linea retta


la linea retta, a testa alta, e fiera della sua statura morale incorruttibile, si protende in due direzioni opposte con esattezza assoluta... incontra l'infinito, che ne abita i contorni senza tempo... 
l'ho conosciuta da piccolo, alle elementari, e da allora non s'è mai fermata neanche un attimo all'autogrill... cazzo che rettitudine... 
però dietro questo atteggiamento fiero deve celar si una sv
iscerata solitudine... un senso d'abbandono ormai cronicizzato...
mio cugino dice che gli alieni il concetto di infinito l'hanno superato perchè gli andava stretto... dicono che se metti un segmento a loop ottieni già un infinito tuo, privato, che però almeno puoi fermare quando vuoi... 
spero che questo Leopardi e tutti gli altri poeti da pelliccia non lo vengano mai a sapere, sennó poi in che mare vanno a naufragare dolcemente...
buon pomeriggio
get your line forever

il vento distratto


Qualunque cosa fosse, era un tuo segreto. Io rispetto i segreti.
Amavo anche la tua parte sommersa, i miti abissi tiepidi del tuo mare in cui nuotavi nascosta al mondo... a volte li vedevo affiorare ed affacciarsi piegando le tue parole oltre il buon senso.
Anch'io ho un mare segreto che agita le mie note come onde, oltre il suono che hanno, oltre lo spegnersi sulla risacca...
Qualunque fosse il 
tuo segreto era già dentro le mie note, e quella sera ho visto più volte il fondo di un bicchiere, e l'ho suonato al mondo...
Quando un segreto prende il nome di musica nessuno può capire cos'è, ma tutti capiscono che è un segreto.
Poi hai deciso di rivelarmelo, tenendomi stretta la mano... la tua era un fremito contratto, la mia un posto caldo e morbido. Così ho saputo dalle tue parole che eri un'altra... un altro nome, un'altra vita, e un'intera costellazione di altri segreti.
Mi parlavi come fossi già via lontano...
Io, con parole di uno stupore arreso, ti dissi che non volevo dire niente, che sarei andato via, oltre un oceano, a smettere di cercarti.
Non ti volevo più, non volevo rubarti ad altri nomi ed altre vite, non volevo lottare per ciò che era stato solo una bolla d'aria nel tuo mare... volevo la superficie, e volare via...
giovani ali frenetiche mi hanno portato via, molto oltre il buon senso.
Ho imparato a suonare i fondali dei mari in affitto... ho imparato a correre vie le mie note con una mano che non era più calda e morbida... per anni mi sono chiesto chi eri veramente, e se veramente eri...
Poi ho imparato che gli amori sono bolle d'aria rovente, o tiepida, in braccio ad un vento distratto che può farle scoppiare all'improvviso, oppure portarle a spasso per una vita intera...
Quello che puoi fare è continuare a suonarli oltre il buon senso, allearti con il vento distratto e camminare con lui.

quello lì non mi dice niente


mio cugino dice che tutti questi qua che si fanno avanti a furor di popolo lo lasciano indifferente... ognuno di loro coglie ogni occasione per diffondere il suo verbo... poi scopri che in realtà più che il verbo diffondono il soggetto...
la storia è piena di soggetti e predicati diversi, ma la sintassi alla fine è sempre la stessa: faffazzonata su alla bene meglio, rigida, artificiosa, atrofizzata da un'artrosi precoce...
gli opinionisti alieni sono avanti, non dicono mai nulla, semplicemente emettono sibili subliminali e lasciano segni indelebili nella loro audience...
da loro se dici "quello lì non mi dice niente" è un complimento...
buongiorno
don't give your words (and worlds) away

una cosa da chiederti


Ho detto qualcosa,
volevo nascondere tra le parole
una cosa da chiederti...
così, con la luce ancora accesa,
con le mani ancora calde,
con le nostre cose attorno
ancora vere e scolpite di luce...

mi hai risposto un silenzio,
e uno sguardo chiuso a terra...
hai fatto entrare la notte,
fanno più male le parole
quando galleggiano al buio,
hanno più posto per il loro suono...
stanno lì, sospese, unica cosa al mondo,
ad esistere, e franarti addosso...

ho riacceso la luce...
non c'eri più.

... e tutto correva via,
spingeva alla porta,
colava fuori dalle fessure,
filtrava giù dal pavimento,
graffiava le unghie sui muri...

tutto il mio mondo,
unica cosa vera,
fuggiva dal doversi intonare
al colore acre della tua assenza

mist and melting


la nebbia piovigginosa sospende il senso delle cose... strade come dorsi di balena, uomini e donne senza volto fino a che non sei loro vicino, e lì ti svelano chi sono e chi vorrebbero tu fossi... la luce che filtra a fatica e non sa dove posarsi, gli spilli freddi della pioviggine che ti arrossano il naso e le guance.
Tutto attorno un umore sospeso, c'è chi ci insinua cattivi presagi, chi ne appr
ofitta per immaginari sotto un mondo diverso e nuovo che domani, quando il vento rimescolerà le carte, si svelerà all'improvviso...
mio cugino dice che gli alieni se volessero potrebbero cancellarci per sempre la nebbia, ma non lo fanno, perché poi vedremmo tutto chiaramente, e saremmo uguali a tutti gli altri che popolano le galassie... non avremmo più dubbi su niente, e ci estingueremmo in un mare di certezze... 
buongiorno
no doubt about mist and melting...

non mi fa male niente


spesso gli anziani ti parlano dei loro acciacchi, dei loro malanni che hanno radici avventurose e lontane... della tosse asinina che avevano da giovani ma che è scomparsa dalla nomenclatura medica, quindi guarita... convivono con gli sfregi e le ferite della vita che continuano a sanguinare, ma il loro eco s'è spento... a volte torna di notte, nei sogni, dove ogni dolore si rappresenta con visi e 
gesti che ti amano, ti odiano, fuggono via o corrono verso te... 
le ossa fanno male, perché non reggono solo il corpo, ma tutto il corpo di un presente che va dove non puoi piú capirlo e seguirlo...
spesso gli anziani si lamentano dei loro mali, dei loro guasti per i quali non si trovano più i pezzi di ricambio, ma alla tua più piccola battuta rispondono con un sorriso ampio e rugoso...
spesso gli anziani ti raccontano i loro dolori, alzano le labbra e ti mostrano i loro nuovi fulgidi denti inattaccabili da tutto, anche dall'eternità...
spesso gli anziani vivono accanto ai loro dolori inevitabili come fossero rumori di scena degli ultimi anni della loro vita, ci parlano, li salutano, li presentano al medico che già li conosce, te li raccontano, e possono farlo perché hanno sconfitto il dolore più grande... il dolore di esistere... 
e aspettano, al riparo dagli spifferi, di cominciare a vivere per sempre...
io li ascolto, e vado con loro... poi però torno... 
e non mi fa male niente... 
un cazzo di niente

No muove el contrapeso!!


ricordo quando a diciassette anni, dopo estati di lavoro, ho avuto il mio primo impianto stereo... fin lì avevo ascoltato musica solo in un piccolo mangianastri grundig, immaginandomi i suoni veri... ora avevo il giradischi, magia assoluta dell'ingegno umano, col piatto che ruota silenziosamente ed il braccio che pigramente posa la puntina di diamante sui solchi del disco in vinile per rivelarti, 
dopo qualche frusciante giro a vuoto, tutte le musiche possibili, oppure i discorsi di mussolini, dipende dai gusti... i miei erano orientati su Bach, sul country rock, sul progressive alieno dei gentle giant, dei genesis, e poi, da poco arrivato, sul jazz, che veniva dagli alieni afroamericani in una selva inestricabile di suoni immaginifici.
Dopo aver collegato l'amplificatore agli speakers ed alla piastra mangia cassette, restava, per ultimo, il giradischi, congegno delicatissimo e per me sconosciuto...
ad assistermi c'era, come sempre, il mio amico Fabio Verbena, innato ingegnere, tuttologo e poliglotta, insomma un vero genio misconosciuto e miscredente...
mi leggeva le istruzioni in spagnolo, perché in inglese si annoiava...
al momento di posizionare il piatto del giradischi Verbena, che stava seguendo il manuale, lanciò un grido di monito:
No muove el contrapeso!!...
... cazzo... quanto è vero...
nella vita come ti ci vuole poco a spostare l'asse di qualche equilibrio cosmico...
per decenni quella frase, così perentoria in castigliano, mi ha suonato dentro... ho scritto anche un brano con quel titolo...
poi ho smesso, ora sposto quello che mi pare, e inciampò con dovizia...
ma... com'era bello il primo pezzo ascoltato con quel giradischi... era "Misterioso", di Thelonious Monk... uno che metteva a dura prova i contrappesi...
buongiorno
Monk used to say... wrong is right

Devo dirti un paio di cose


mio cugino ce l'ha molto con quelli che lo incontrano e gli dicono: "Devo dirti un paio di cose..." e poi gliene dicono una sola, o dieci.
Lui è un tipo che prende le cose alla lettera, uno molto preciso, uno che pensa che le parole hanno un peso... e per questo motivo una volta comprò a Calcutta una bilancia per pesare le parole, ma ne fu subito deluso quando pesò il suo vecchio grammofono e si a
ccorse che pesava molto più di un grammo... 
poi per un breve periodo, quando faceva il postino, per la sua mania di prendere le cose alla lettera, apriva le buste e si teneva il contenuto... venne denunciato per frode postale... gli alieni gli hanno detto che le parole, in assenza di gravità, non hanno peso, quindi da quella volta le cose gravi non le dice, se le tiene per sé e dice solo quelle acute...
buongiorno
check the weight of your talk

dedicato ai miei amici fotografi


dedicato ai miei amici fotografi.

Ho trovato una foto, non so dirti di quanto tempo fa, perché il tempo nelle vecchie foto sbiadisce assieme a loro. È una foto da lontano, in primo piano ci sono solo i pensieri di chi l'ha scattata, e c'è sempre una brezza, nelle foto, che li porta via... un bravo fotografo riesce a farli entrare nello scatto senza disturbare il mondo che c'è dentro...
ci sei tu,
 seduta in terra che ti tieni le gambe, piccola piccola nell'angolo basso a sinistra... ci sono io, nella stessa posizione, in quello a destra.
Siamo due piccoli dettagli, che si guardano.
Sopra, e ovunque nella foto, sparso tutto attorno, c'è il mondo... lui è il cuore della foto, che pulsa forte, incurante di noi che siamo due piccoli angoli in basso... se qualcuno avesse strappato l'angolino a sinistra tu non saresti esistita, e la mia vita sarebbe stata diversa... se qualcuno avesse strappato l'angolino a destra, io non sarei esistito, e la tua vita sarebbe stata diversa...
noi invece avevamo strappato via lo sfondo, ci bastavamo, il mondo l'avevamo tagliato fuori... gente che passava, finestre, automobili, alberi...
Una foto con solo due angoli in basso, e tutto il resto vuoto, facile da attraversare per incontrarsi, sorridersi, conoscersi, baciarsi, fare l'amore in quel vuoto morbido e silenzioso...
Le foto mi piacciono, perché fanno silenzio, non si dannano a spiegarti, non hanno bisogno del vischio delle parole...
mettono due tipi in due angolini opposti. e tutto quel che c'è nel mezzo è il loro amore dentro alberi automobili finestre gente... 
poi lo sguardo silenzioso del fotografo, che non so chi è, non me lo ricordo...
un bravo fotografo sa farsi dimenticare, entra in silenzio nelle sue foto, e quando ne esce ciò che rimane è arte, che siano gli spiccioli eterni di un amore, o la coda di un cane.

Roberto Monti

una rosa superstite


una rosa superstite, nel giardino qui accanto... il capo è riverso, ma il suo colore è ancora acceso... ha ignorato il suo tempo e le stagioni, è finita ad ingolfarsi come un timido bagliore nei grigiori di nebbia, ma il sole di oggi le rende l'antica grazia, meno accecante, un po' dimessa... votata ad un'inevitabile solitudine che indossa con dignità...
ha fatto la sua scommessa e l'ha vinta, il
 suo premio è l'essere lì, in mezzo ai sempreverdi ed alle piante che aspettano, con nuda pazienza, un'altra primavera...
ma sa intonarsi ai colori dell'autunno, e volare... come il calabrone, che secondo Einstein ha un corpo troppo pesante ed ali troppo piccole, una struttura non adatta al volo... ma lui non lo sa e vola lo stesso...
quella rosa non ha altro motivo per essere lì adesso, se non quello di ricordarci un po' più spesso di chi non ha più ali, e vola lo stesso... sempre è comunque...
quella rosa è lì per loro.

Buongiorno

let's fly... who cares?

un passo indietro


dopo aver fatto una cosa, i crismi della saggezza adulta, ti suggeriscono di fare un passo indietro, e riguardare, riconsiderare, valutare... tutto giusto e sacrosanto, ma io, non so perché, voglio pasticciare in qualcosa di sempre nuovo... non c'è brano che io abbia registrato che non rifarei, ma le cose più belle nascono di getto, in quei momenti in cui sentì che c'è equilibrio tra ciò che sentì
 e ciò che fai... non amo i restauri, preferisco la carezza sbiadita del tempo sulle cose, sulle musiche, sulle persone, sugli amori... un po' di disordine, non molto, un po' di polvere, non molta...
i restyling mi piacciono solo quando sono avventurosi al punto di diventare una reinterpretazione... una rilettura...
mio cugino dice che gli alieni, quando invecchiano ci guadagnano in fascino, e non fanno nessun restyling, semplicemente si fanno limare il DNA da noti stilisti alieni, e i risultati sono bizzarri ed avventurosi...
buongiorno
get backward...

aldilà


va bene che queste giornate di cielo spento, grigio e piovoso fanno entrare novembre nell'anima, ma cazzo... perché deve sempre capitarmi, prima o poi, in ogni giornata, che arrivi qualcuno e mi parli dell'aldilá...?
Sarò egoista, ma non è affar mio... io al momento del trapassò mi sa che... non ci passo

buongiorno...
sun is shining...