martedì 11 dicembre 2012

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mio cugino da piccolo aveva costruito una piccola casa di legno sul grande ramo più alto di una quercia, si trovava in una striscia di terra che non era di proprietà privata. Nessuno dei suoi vicini di casa poteva accampare diritti su quella striscia di terra, che tra l'altro aveva un aspetto dimesso ed incolto... 
l'architettura della casetta era di foggia estremamente moderna e futuristica, perc
hé lui era sicuro che così, un giorno o l'altro, avrebbe attratto l'attenzione degli alieni. Gli alieni grandi sarebbero andati a studiare il suo vicino di casa, che era un soggetto unico, mentre i loro piccoli sarebbero stati parcheggiati lì, a giocare con lui nella casetta.
Invece gli alieni rapirono lui, con tanto di casetta... dicevano che era unico ed irripetibile, e che la casetta era una grande opera dell'ingegno umano, al pari del Colosseo e della tour Eifel.
Quando, con mio cugino dentro, la riposarono sulla quercia, era stata dotata di ogni sorta di amenicolo tecnologico alieno... perfino l'ologramma di un cane, con tanto di cuccia laser, il cui esotico nome era:
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I problemi cominciarono da lì. Quando mio cugino portava ~#%^> a fare la consueta passeggiata l'olocane attirava l'attenzione dei cani terrestri del circondario, che abbaiavano inferociti, perché il suo odore era per loro alieno... 
Questo provocò un casino tremendo, i vicini chiamarono le forze dell'ordine... mio cugino venne portato in questura, e ~#%^> fu rinchiuso in un canile laser dal quale però evase subito... gli ultimi avvistamenti, peraltro di dubbio fondamento, lo davano in un autogrill sulla Salerno-Reggio Calabria...
quanto a mio cugino, per scagionarsi diede la colpa a suo cugino, cioè a me... io però avevo un alibi di ferro, perché
ero in colonia da don Peppino...
buongiorno
tales never end

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