martedì 11 dicembre 2012

figurine


ho conosciuto un tipo, in un bar a Bologna. A me piace conoscere gente, e farmi raccontare.

Avevo la chitarra, con me, ed è stato inevitabile che mi chiedesse che ruolo abbia la chitarra nella mia vita. Mi piace giocare con i trasferimenti di senso, e gli ho risposto che sicuramente ha diversi ruoli... a volte centromediano metodista, a volte punta centrale... spesso portiere, anche.

M'aspettavo c
he ridesse, a quella metafora calcistica, o che rispondesse a tono, rilanciasse... invece no, fece uno di quei sorrisetti sbilenchi che si fanno piegando le labbra senza far sorridere gli occhi.
Mi disse che suo padre era stato un calciatore professionista, non proprio un campione, ma giocava in serie A. Sulle figurine dei calciatori, c'era.
Suo padre se n'era andato di casa quando lui era molto piccolo, lui aveva a malapena fatto in tempo a conoscerlo, poi non l'aveva mai più visto, fino a quando, alle elementari, ha iniziato a ritrovarselo sulle figurine Panini, quelle con cui, a quei tempi, cioè anche i miei, si giocava a "botto"...
c'erano figurine che erano difficili da pescare, e valevano molto nel libero mercato dello scambio... suo padre invece era una figurina "facile"... si pescava sempre.
Così lui, che praticamente non l'aveva mai visto, lo pescava continuamente... e dalla figurina gli sorrideva a mento alto, con lineamenti identici ai suoi.
Curiosa e beffarda ironia della sorte.
Mi ha detto che in segreto le collezionava, non valevano niente perché erano "facili", ma per lui erano suo padre, e basta.
Non mi ha detto il nome... perché un nome ti incolla ad un'identità, quell'identità che lui sta ancora cercando.

Non c'è niente come le storie che incontri per caso nei bar.
Non c'è niente che riesca ad essere così vero... anche se magari è tutto inventato.
Ma questa giuro che è vera.

Fortuna che non hanno mai fatto le figurine dei chitarristi... sorridere ai propri figli da lì dentro dev'essere difficile...
mio cugino dice che gli alieni bambini non hanno figurine, ma ologrammi astratti, luminosi e sorridenti.
Buongiorno
bright your smile to your children...
Mi disse che suo padre era stato un calciatore professionista, non proprio un campione, ma giocava in serie A. Sulle figurine dei calciatori, c'era.
Suo padre se n'era andato di casa quando lui era molto piccolo, lui aveva a malapena fatto in tempo a conoscerlo, poi non l'aveva mai più visto, fino a quando, alle elementari, ha iniziato a ritrovarselo sulle figurine Panini, quelle con cui, a quei tempi, cioè anche i miei, si giocava a "botto"...
c'erano figurine che erano difficili da pescare, e valevano molto nel libero mercato dello scambio... suo padre invece era una figurina "facile"... si pescava sempre.
Così lui, che praticamente non l'aveva mai visto, lo pescava continuamente... e dalla figurina gli sorrideva a mento alto, con lineamenti identici ai suoi.
Curiosa e beffarda ironia della sorte.
Mi ha detto che in segreto le collezionava, non valevano niente perché erano "facili", ma per lui erano suo padre, e basta.
Non mi ha detto il nome... perché un nome ti incolla ad un'identità, quell'identità che lui sta ancora cercando.
Non c'è niente come le storie che incontri per caso nei bar.
Non c'è niente che riesca ad essere così vero... anche se magari è tutto inventato.
Ma questa giuro che è vera.
Fortuna che non hanno mai fatto le figurine dei chitarristi... sorridere ai propri figli da lì dentro dev'essere difficile...
mio cugino dice che gli alieni bambini non hanno figurine, ma ologrammi astratti, luminosi e sorridenti.
Buongiorno
bright your smile to your children...
Mi disse che suo padre era stato un calciatore professionista, non proprio un campione, ma giocava in serie A. Sulle figurine dei calciatori, c'era.
Suo padre se n'era andato di casa quando lui era molto piccolo, lui aveva a malapena fatto in tempo a conoscerlo, poi non l'aveva mai più visto, fino a quando, alle elementari, ha iniziato a ritrovarselo sulle figurine Panini, quelle con cui, a quei tempi, cioè anche i miei, si giocava a "botto"...
c'erano figurine che erano difficili da pescare, e valevano molto nel libero mercato dello scambio... suo padre invece era una figurina "facile"... si pescava sempre.
Così lui, che praticamente non l'aveva mai visto, lo pescava continuamente... e dalla figurina gli sorrideva a mento alto, con lineamenti identici ai suoi.
Curiosa e beffarda ironia della sorte.
Mi ha detto che in segreto le collezionava, non valevano niente perché erano "facili", ma per lui erano suo padre, e basta.
Non mi ha detto il nome... perché un nome ti incolla ad un'identità, quell'identità che lui sta ancora cercando.
Non c'è niente come le storie che incontri per caso nei bar.
Non c'è niente che riesca ad essere così vero... anche se magari è tutto inventato.
Ma questa giuro che è vera.
Fortuna che non hanno mai fatto le figurine dei chitarristi... sorridere ai propri figli da lì dentro dev'essere difficile...
mio cugino dice che gli alieni bambini non hanno figurine, ma ologrammi astratti, luminosi e sorridenti.
Buongiorno
bright your smile to your children...


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