domenica 5 febbraio 2012

speriamo di no

Gennaio gelido e ghiacciato di nebbia induce strane riflessioni... perche' chiamiamo gli amici spesso con un diminutivo?... desiderio di vicinanza?... approccio creativo?... restyling fonetico?... io credo piu' che altro che dietro ci sia un connaturato ed atavico senso del risparmio... se si pensa bene a quante sillabe risparmiamo in un mese accorciando i nomi... o in anno... o in tutta una vita... un patrimonio di fonemi da lasciare in eredita' a chi continua il nostro sangue, o da devolvere a qualche fondazione benefica... o ancora meglio da lasciar inghiottire al silenzio... un mio amico scialacquone invece a questo gioco non ci sta, lui i nomi li allunga, li dilata, li esagera in lunghezza... poi si lamenta che non gli basta il fiato per chiudere le frasi... potrebbe anche essere che quando arriviamo nell'aldila' abbiano tenuto un conteggio esatto dei fonemi da noi usati in vita, e che chi ha esagerato (come me, siciramente) venga rimandato indietro con un nome di una sillaba, consonante e vocale, nel mio caso "Ro", ad esempio... e sia condannato a sentirsi chiamare "rrr..."... praticamente un rollio, un rumore di fondo, quindi destinato a voltarsi ogni volta che qualcuno accende una motosega o... un trapano... speriamo di no

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