venerdì 31 agosto 2012

Tunèin: il "cambiamento"


devo scrivere una cosa sul "cambiamento"...
parto da una delle perle di Tunein: "... e mond l'e cambied... quant ca s'era giovni un de' e durerà na stmena... " 
forse a quei tempi era usuale fermarsi nelle infinite pieghe della giornata in cui il tempo si ferma, e ci si fermava con lui ad ascoltare il mondo nelle piccole cose. Tutti sappiamo che la vita e' continuo divenire, ma pochi sanno ascolt
are i cambiamenti, si preferisce dire che si va a mille e non c'e piu' tempo. Un mio vicino di casa, famoso per l'uso disinibito della sintassi, dice sempre che " ... io non ho mai tempo... se avrei tempo allora si' che facevo..."
A me piace la velocita', ma coltivo la presunzione di saper ascoltare anche in corsa... la mia forma di disobbedienza civile e' insegnare ai ragazzi ad ascoltare la propria natura ed interfacciarla col mondo... suonare quello che sei, giocare con i tuoi aneliti e con i tuoi tendini... riuscire a stare sempre un passo indietro ed uno avanti sul flusso della vita reale, nel jazz questo si chiama "backward"... 
se stai li' immobile sul tuo passo non ti accorgi dei cambiamenti, e dici che non cambia mai niente, oppure che il mondo e' impazzito e non ci sono piu' le belle cose di una volta... Pirandello ai suoi tempi parlava di "impazziti tempi odierni"... Tomasi di Lampedusa diceva che tutto deve cambiare perche' tutto possa rimanere uguale...
gli anziani capiscono le cose perche' sono arrivati in quel tratto di strada dove il presente e' un'inerzia che nutri con l'affresco dei ricordi trasfigurati, in bilico con un futuro che non ti riguarda piu' direttamente, e' roba dei giovani... 
conosco poche persone giovani e sagge come Tunein... lui ascolta anche quando dorme, e i suoi pensieri volano dove gli pare in una placida corsa sfrenata

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