venerdì 31 agosto 2012

mettere ordine


Ogni mio tentativo di mettere ordine si risolve nel predisporre un disordine diverso da quello che c'era... l'ordine rivela le cose quando le cerchi anche dopo tanto tempo, il disordine le cela, e te le svela all'improvviso quando non le cerchi più. Così mi è rimbalzato in mano un vecchio taccuino, è incredibile come nelle parole entri così tanto l'eco sordo degli stralci di vita passata. 
Non ci 
sono date, ma brandelli di racconti, versi di canzoni, la descrizione di una ragazza che ne esce piuttosto bene, soprattutto quando scrivo della sua "esile indifferenza" e del suo "accento che non riesco a ricondurre a niente che non sia il colore dei suoi occhi". 
Poi c'è una delle lettere che scrivevo a mio padre, convinto che la mia voce scritta potesse essere più convincente. Mai che ne fosse arrivata una ai suoi occhi, le lettere arrivano solo se le scrivi con una forza ciocca e ordinata, posata sulla carta come per delegare a lei la parola. Nelle ultime pagine, macchiate di vino, c'è un elenco di cose da fare con urgenza... una di queste, l'ultima della lista è "mettere un po' d'ordine".

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