venerdì 31 agosto 2012

piuttosto grave

Da piccolo credevo venissero da molto lontano, le farfalle. Credevo che quel loro volo leggero ma scomposto servisse per scaraochiare meglio il cielo basso dell'orto di mia nonna Ombrina. Credevo avessero il corpo troppo esile rispetto alla forza delle loro ali, e che non sapessero nuotare dritto nell'aria... credevo fossero cio' che rimaneva quando dio faceva la punta alle matite colorate della p
rimavera. Una volta una di quelle farfalle gialle che mia nonna chiamave pavaiotte si poso' sul mio ginocchio... io cercai di restare immobile, e trattenni il respiro, lei mi volo' in faccia... aveva un intenso odore di vaniglia, uno di quei tipici odori che t'inventi e vuoi sentire anche se non ci sono. Poi non la vidi piu', in bocca sentivo quel sapore e credevo di averla ingoiata... andai da mia nonna e le chiesi se le pavaiotte fossero velenose, lei era ricurva sui piccoli solchi che aveva scavato a mani nude, mi guardo e disse che le farfalle sono il cibo preferito dei bambini che hanno molta fantasia. Quando la prima ragazza che si innamoro' di me mi disse che sentiva le farfalle nello stomaco pensai che la fantasia era una malattia contagiosa, e piuttosto grave

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